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Dov’è finito il loro patriottismo? Maxim Galkin ha criticato aspramente Leps, Gazmanov, Shaman e Babkin

Il musicista e umorista Maksim Galkin ha espresso la sua opinione su questo “fenomeno”, scrive La.lv.

In una dichiarazione pubblicata sui social network, Galkin afferma: “Mi chiedete perché sono in silenzio.

Ma perché gli artisti russi premiati che hanno partecipato a tutti i concerti organizzati dal governo russo in questi due anni e mezzo sono in silenzio?

Perché non vengono in soccorso, perché non gridano con la stessa passione sui social network la loro disgrazia?

Direte che sto scherzando quando c’è un tale disastro in giro.

Una cosa è chiara: sono considerato un traditore del mio Paese.

Ma perché coloro che continuano a difendere la Russia tacciono?”.

E continua: “Mi accusate di postare video di concerti sui social media e di non rispondere al dolore della Russia.

Ma perché nessuno reagisce, ad esempio, all’ultimo video di Grigory Leps dopo il suo concerto ad Anapa?

La patriota russa Nadezhda Babkina ha condiviso la foto di un gatto nel suo ultimo post.

La storia di Oleg Gazmanov su Sotsart ci ricorda la canzone sul povero cane Lucy.

E il figlio Radion, immensamente patriottico, annuncia un concorso per gatti.

Ma “tutto è nostro”, il nostro sciamano ha scritto nel telegramma la frase “Stiamo pregando per voi a Kursk”, ma con un sorriso promuove il suo prossimo concerto sulla Piazza Rossa, in modo che tutti possano ballare, e si stanno costruendo le tribune.

Come si può rovinare la gioia di una tale celebrazione parlando del dolore della regione di Kursk?

O forse a Kursk non ci sono artisti famosi che sono i preferiti del Cremlino?”.

“Se pensate che qualcuno mi abbia detto di tacere, vi sbagliate di grosso”, dice Galkin alla fine del video.

Ma pensateci: chi ha vietato a questi artisti di parlare?

Ricordiamo che Galkin è stato uno dei primi artisti russi a condannare pubblicamente l’invasione russa dell’Ucraina.

Galkin, sua moglie Alla Pugacheva e i loro figli trascorrono l’estate a Jurmala, in Lettonia.

Fonte: press.lv

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