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Dopo le accuse, ci sono elementi per l’arresto di Bolsonaro? Guarda “Il grande dibattito”


I commentatori di CNN Caio Coppolla e José Eduardo Cardozo hanno discusso, questo giovedì (21), in Il Grande Dibattito (dal lunedì al venerdì, alle 23), se dopo la nuova incriminazione dell’ex presidente Jair Bolsonaro (PL) ci fossero già elementi sufficienti per il suo arresto.

Bolsonaro e altre 36 persone sono stati incriminati nell’inchiesta che indagava su un tentativo di colpo di stato nel Paese a seguito dei risultati delle elezioni presidenziali del 2022, nelle quali fu sconfitto.

L’indagine completata riguarda il coinvolgimento negli atti dell’8 gennaio, i piani di colpo di stato durante le elezioni presidenziali del 2022, nonché il piano per assassinare l’allora presidente eletto Luiz Inácio Lula da Silva (PT), l’allora vicepresidente Geraldo Alckmin (PSB) e il Ministro Alexandre de Moraes, del Tribunale Supremo Federale (STF).

In precedenza, Bolsonaro era già stato incriminato in altri due casi: il caso dei gioielli sauditi e la frode della tessera di vaccinazione Covid-19.

Per Coppolla non ci sono ancora elementi sufficienti per portare in carcere l’ex presidente, come nei casi in cui si corre il rischio di lasciare libero l’indagato.

“In questo caso i fatti indagati risalgono già a due anni fa. L’ex presidente non è investito di poteri pubblici e già subisce una serie di restrizioni abusive alle sue libertà. Arrestarlo costituirebbe un’esplicita violazione della presunzione di innocenza e anche del giusto processo”, afferma il commentatore.

Sempre secondo Coppolla non ci sono prove di pratiche criminali commesse da Bolsonaro.

“Da quel poco che si sa di questo processo segreto, trapelato in maniera molto selettiva, Bolsonaro non ha mai dato ordini di natura sovversiva, non ha mai costretto o minacciato altre autorità e non si è mai espresso pubblicamente per appoggiare o addirittura incitare alla violenza”, continua.

Per quanto riguarda Cardozo, non esiste alcuna possibilità legale di detenzione preventiva. Tuttavia, le prove contro l’ex presidente sono visibili.

“Queste prove esemplificano chiaramente i crimini identificati oggi nel codice penale brasiliano. Non è sempre facile distinguere gli atti preparatori dagli atti esecutivi. Tuttavia, la giurisprudenza dice che quando si possono fare atti concreti che possano porre in essere l’interesse giuridico protetto, l’esecuzione è già iniziata”, dice il commentatore.

Secondo Cardozo si tratta del primo tentativo di colpo di stato in cui tutto viene lasciato per iscritto, garantendo trasparenza all’azione.

“Volevano uccidere il presidente della Repubblica, il vicepresidente e il presidente del Tribunale Elettorale Superiore. In altre parole, con ciò si consumava la morte degli eletti. E poi, lo scenario sarebbe un colpo di stato. È molto chiaro”, continua.

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