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Dino respinge la richiesta dell’AGU di modificare le regole per il pagamento degli emendamenti parlamentari


Secondo il ministro della STF, “non c’è nulla da riconsiderare”, poiché le sue determinazioni “derivano direttamente dalla Costituzione”, dalla legge sulla responsabilità fiscale e dalla legge che regola gli emendamenti parlamentari

Gustavo Moreno/SCO/STFFlávio Dino nella sessione della STF
Dino sottolinea l’importanza che gli emendamenti del collegio e della commissione siano adeguatamente registrati per garantire la trasparenza

Il ministro Flavio Dinodel Tribunale federale (STF), ha respinto integralmente la richiesta della Procura generale (AGU) per rivalutare la decisione che autorizzava il pagamento degli emendamenti parlamentari. Secondo Dino “non c’è nulla da riconsiderare”, poiché le sue determinazioni “derivano direttamente dalla Costituzione”, dalla Legge sulla responsabilità fiscale e dalla legge che regola gli emendamenti parlamentari.

Il ministro ha sottolineato, questo lunedì (9), che il limite per l’aumento emendamenti è stato discusso in una riunione che ha coinvolto le Tre Potenze. Egli ha sottolineato che la sua precedente decisione era in linea con l’equazione tra “emendamenti parlamentari” e “spese discrezionali”, un approccio già adottato dalla Legislatura. Inoltre, Dino ha sottolineato l’importanza che gli emendamenti dei collegi e delle commissioni siano adeguatamente registrati per garantire la trasparenza.

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L’AGU ha chiesto la revisione di tre aspetti specifici: la necessità di un piano di lavoro per pubblicare gli emendamenti del PIX, l’identificazione dei parlamentari che hanno richiesto gli emendamenti di panchina e l’aumento del numero totale di emendamenti per l’anno 2025. L’Advocacy-Geral ha sostenuto che la nuova legge, approvata dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva, avrebbe già risolto le questioni sollevate dalla STF.

L’AGU ha sostenuto che l’attuale legislazione rappresenta un progresso significativo nella regolamentazione degli emendamenti parlamentari, cercando di garantire maggiore chiarezza ed efficienza nell’uso delle risorse pubbliche. “È alla luce di questa decisione che la Procura generale federale chiede rispettosamente una riconsiderazione parziale, su punti specifici, al fine di considerare i precetti della legge complementare n. 210, del 2024, legge che, recentemente modificata, è il risultato di dialogo istituzionale, che rappresenta un grande passo avanti nella regolamentazione degli emendamenti parlamentari all’ordinanza, contemplando i consensi stabiliti nel dialogo tra i poteri”, ha difeso il procuratore generale dell’Unione.

*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale

Pubblicato da Carol Santos





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Luca

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