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Dino e Lira rinunciano alla pausa e si ritrovano in un vicolo cieco sugli emendamenti parlamentari


Le tensioni sono iniziate dopo che il ministro della STF ha impedito il rilascio di 4,2 miliardi di R$ in emendamenti da parte delle commissioni, citando segni di irregolarità nel loro utilizzo

TON MOLINA/FOTOARENA/ESTADÃO CONTÚDO e Gustavo Moreno/STF artù lira e flavio dino
Arthur Lira e Flavio Dino

Il ministro di Corte Suprema Federale (STF), Flavio Dinoe il presidente della Camera dei Deputati, Artù Lirahanno deciso di non approfittare della pausa e sono stati coinvolti in intensi dibattiti sulla distribuzione degli emendamenti parlamentari. Recentemente, Dino ha impedito il rilascio di 4,2 miliardi di R$ in emendamenti da parte delle commissioni, citando segni di irregolarità nel loro utilizzo. Secondo lui, la Camera dei Deputati non ha presentato le informazioni necessarie per sbloccare le risorse e ha ribadito le domande e le critiche fatte in precedenza ai trasferimenti. La risposta della Camera non si è fatta attendere, Lira ha dichiarato che la Camera ha seguito le indicazioni tecniche del governo e che non impugnarà la decisione del ministro. Pur avendo già accettato la perdita di 4,2 miliardi di real quest’anno, Lira si concentra nel garantire un aumento delle risorse per il prossimo bilancio, cercando alternative per compensare la situazione attuale.

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Nel frattempo, il periodo di pausa della STF si estende fino alla fine di gennaio 2025 e durante questo periodo Flávio Dino si dedicherà a processi specifici. In questa situazione, Lira ha deciso di interrompere le sue vacanze e ha convocato un incontro con i presidenti della Camera per discutere le implicazioni della decisione della STF e i prossimi passi da compiere. Oltre a bloccare gli emendamenti, Dino ha anche ordinato alla Polizia Federale di avviare indagini su possibili irregolarità legate all’utilizzo dei fondi. Questa azione riflette la preoccupazione del ministro di garantire la trasparenza e la corretta applicazione delle risorse pubbliche, in un momento in cui il rapporto tra i poteri è sotto esame.

Gli emendamenti bloccati da Dino sono del tipo RP-8, i cosiddetti emendamenti in commissione. Tali emendamenti vengono segnalati da uno o più parlamentari a ciascuna commissione permanente, che li approva. Tuttavia, l’insieme degli emendamenti approvati dalla Camera e inviati il ​​12 al governo federale – responsabile dell’esecuzione delle risorse – non identifica i parlamentari che hanno effettuato le nomine. Nella lettera, invece, i responsabili degli emendamenti sono 17 capogruppo. Nel primo documento inviato ieri alla Corte Suprema, Lira aveva già affermato che la procedura adottata, con la firma di 17 capigruppo, era considerata legale e sostenuta da organi e ministeri del governo Lula. La Camera ha sottolineato che la lettera inviata all’Esecutivo ha ratificato le indicazioni di emendamenti già approvati dalle commissioni, e non è servita a “creare o approvare nuovi emendamenti in assenza delle commissioni”.

Pubblicato da Sarah Paula

*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale





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Luca

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