Il Ministro Flávio Dino, del Tribunale Supremo Federale (STF), ha stabilito che i 4,2 miliardi di R$ destinati alle indicazioni per gli emendamenti parlamentari saranno definitivamente bloccati. La decisione è stata presa questa domenica (29). I vertici dei partiti avevano dato indicazioni sugli stanziamenti per sostituire le commissioni della Camera, ma sono state sospese dal ministro, ritenendo che non ci fosse trasparenza nei confronti degli autori di tali indicazioni. La decisione del ministro è stata motivata da un mandato del PSOL
Nella decisione di domenica, il ministro ha affermato che “non esiste alcun supporto giuridico, né giustificazione logica, affinché un atto nobile venga nascosto dall’opacità di quello che convenzionalmente viene chiamato il “Bilancio Segreto”.
Nonostante abbia determinato il blocco, Dino ha autorizzato lo spostamento delle risorse emendative in due situazioni:
a) fino al 10 gennaio 2025, il “movimento degli
risorse provenienti da emendamenti parlamentari già depositati nei Fondi sanitari,
indipendentemente dai conti specifici. Dall’11 gennaio
2025, non può esserci alcun movimento se non a partire dal
conti specifici per ogni emendamento parlamentare, come
precedentemente deliberato”;
b) “un impegno immediato, fino al 31 dicembre 2024, può essere assunto,
di EMENDAMENTI IMPOSITIVI (esclusi, quindi, gli “emendamenti del
commissione”) per la Sanità, indipendentemente dall’esistenza dei conti
specifico. Questi, tuttavia, saranno necessari per i pagamenti
effettuata alla luce degli impegni”.
Comprendere il caso di blocco degli emendamenti
Lunedì scorso (23), Dino aveva già sospeso il pagamento di questi 4,2 miliardi di real indicati dai leader del partito attraverso gli emendamenti della commissione. La nomina era una manovra per facilitare il trasferimento di risorse da parte del governo, in cambio dell’approvazione della riforma fiscale e del pacchetto di contenimento della spesa. Il ministro della STF, tuttavia, ha sospeso lo stanziamento delle risorse perché ritiene che non ci sia chiarezza sui “padrini” delle nomine.
L’ordinanza prevede la sospensione degli emendamenti già approvati e definiti. Dino ha inoltre ordinato l’apertura di un’inchiesta affinché la Polizia Federale (PF) possa indagare sulle irregolarità nei pagamenti per le modifiche.
Il ministro ha inoltre posto alla Camera una serie di domande sugli emendamenti e ha chiesto spiegazioni al Parlamento. Le risposte sono state inviate a Dino venerdì sera (27) dai legali della Camera dei Deputati.
Nel documento, l’avvocato Jules Michelet Pereira Queiroz e Silva afferma che le indicazioni sono state fornite dai leader su indicazione del governo stesso, al quale spetta decidere se dare esecuzione o meno agli emendamenti. Ha citato pareri e ordinanze della Presidenza e della Procura Generale che, secondo la Camera, rendevano praticabile questa forma di nomina.