Datafolha: il 62% è contrario all’amnistia per i truffatori 8/1 – 18/12/2024 – Power
Uno amnistia per i manifestanti bolsonaristi che ha invaso i quartieri generali delle tre potenze nell’attentato golpista dell’8 gennaio 2023 è rifiutato dal 62% dei brasiliani, mostra una ricerca Datafolha. Un altro 33% si dice favorevole, il 5% non lo sa e l’1% si dice indifferente.
I numeri sono simili a quelli della rilevazione precedente, di marzo. A quel tempo, il 63% erano contrari all’amnistiae 31% a favore.
Datafolha ha realizzato 2.002 interviste in tutto il Brasile, in 113 comuni, il 12 e 13 dicembre. Gli intervistati avevano 16 anni o più. Il margine massimo di errore è di due punti percentuali, più o meno, entro il livello di confidenza del 95%.
Sostegno all’amnistia è più alta tra gli uomini: in questo gruppo raggiunge il 37%, rispetto al 29% tra le donne. Tra questi, il 64% è contrario all’abolizione della pena, mentre la stessa percentuale per gli uomini è del 59%. Il margine di errore del segmento è di tre punti.
L’accordo con l’amnistia è maggiore tra coloro che hanno votato per l’ex presidente Jair Bolsonaro (PL) nel 2022 (45%), tra i lavoratori non registrati (38%) e gli imprenditori (37%) e tra gli evangelici (37%). Guadagna spazio anche tra coloro tra i 35 e i 44 anni (36%), che hanno completato la scuola superiore (36%) e che percepiscono da due a cinque salari minimi (36%).
D’altra parte, il rifiuto dell’amnistia è numericamente maggiore tra coloro che hanno dichiarato di votare per il presidente Lula (P.T) nel 2022 (72%), tra i dipendenti pubblici (68%), gli studenti (68%), i disoccupati (67%) e tra i residenti nel Nordest (66%).
L’amnistia è un tema caro ai bolsonaristi e l’ex presidente ha già difeso pubblicamente lo strumento in una serie di occasioni.
Em manifestazione in Avenida Paulista A suo sostegno, in febbraio, l’ex presidente ha definito i manifestanti dell’8 gennaio “poverini” e ha difeso la ragionevolezza delle sanzioni.
Ad oggi, il STF (Corte Federale Suprema) ha già condannato più di 300 persone per aver partecipato agli attacchi di quel giorno.
È ancora in fase di elaborazione Camera dei Deputati un disegno di legge che prevede l’amnistia per le persone coinvolte nell’8 gennaio. Va di pari passo con proposte più ampie, che potrebbero comprendere le condanne della Corte elettorale che hanno lasciato Bolsonaro ineleggibile per otto anni.
Il Presidente della Camera, Artù Lira (PP-AL), ha detto Foglio il 30 ottobre quello fornirebbe una soluzione al caso durante il suo mandato, che scade alla fine dell’anno. La sua ultima settimana alla guida della Camera, però, sarà incentrata sull’agenda economica.
Come mostrato da Fogliotre politici vicini a Lira affermano che questi non ha più discusso del progetto di amnistia con i leader della Camera e che la questione è scomparsa dai radar elettorali. Gli alleati sostengono che non ci sia più il clima per discutere la proposta dopo l’accordo attacco bomba davanti alla STF, a Brasiliail 13 novembre.
Negli ultimi mesi Lira ha cercato di evitare che le trattative sulla sua successione venissero contaminate dalla discussione sul progetto. Ha cercato l’appoggio di PT e PL per il suo candidato in causa, il deputato federale Hugo Motta (Repubblicani-PB).
Il PL voleva l’impegno del futuro presidente a far passare la proposta alla Camera. Il PT era direttamente contrario e non voleva nemmeno che il progetto fosse discusso in plenaria.
Oggi, Hugo ha consolidato la sua candidatura e dovrebbe essere eletto senza difficoltà a febbraio. Nonostante evitare di prendere posizione sul disegno di leggegli alleati affermano che questa è una delle questioni che dovranno essere affrontate nell’amministrazione del leader repubblicano.