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Cosa accadrà con Donald Trump – 15/01/2025 – Maria Hermínia Tavares


I professori stranieri assunti da Harvard hanno ricevuto una lettera dall’amministrazione in cui si invitava, se avessero trascorso le vacanze di fine anno all’estero, a cercare di rientrare prima del 20 gennaio. L’influente università, considerata la migliore al mondo, teme le misure anti-immigrazione promesse dal governo Donald Trump che, in tale data, assumerà l’incarico Casa Bianca.

No U.S.A. —e non solo lì—, gli esperti ipotizzano come sarà il secondo mandato che i sondaggi consegneranno al repubblicano. In particolare, la domanda è se avrà abbastanza forza politica per mantenere le sue estreme promesse elettorali dopo una schiacciante vittoria elettorale che gli ha dato la presidenza e il controllo di entrambe le Camere legislative in un colpo solo.

A ciò si aggiunga l’a Corte Suprema di una maggioranza reazionaria per giustificare la previsione che molti dei pesi e contrappesi istituzionali porterebbero alla concentrazione del potere nel governo federale – tipico della democrazia lasciata in eredità dal padri fondatori— abbastanza per limitare gli impulsi autocratici di questo cosiddetto pezzo grosso.

La questione non interessa solo gli yankees, né si limita alla profondità dei prevedibili cambiamenti nelle istituzioni nazionali e nelle politiche pubbliche, con la transizione del governo federale da democratici a repubblicani convertiti al radicalismo di destra.

Il politologo europeo Ivan Krastev intervistato nel podcast “The Good Fight” da Yascha Monacosuo altrettanto stimato collega, ha sostenuto che il ritorno al governo del populista di estrema destra segna un punto di svolta e l’inizio di un nuovo ciclo politico: l’era Trump. Si tratta di un mutamento nelle politiche interne e nelle azioni internazionali di Washington, profondo e notevole come quelli che caratterizzarono l’era Roosevelt o l’era Reagan, e i cui segni durarono ben oltre i mandati democratico (1933-1945) e repubblicano (1981). -1989).

Sul fronte esterno, oltre alla spavalderia e alla retorica intimidatoria del futuro presidente – a parere di molti, una strategia bizzarra per trarre vantaggi da alleati o avversari –, c’è da chiedersi quali siano gli effetti di una politica più aggressiva e posizione isolazionista e meno impegnato nelle soluzioni multilaterali, per il cosiddetto ordine internazionale liberale. Si tratta degli assetti formali e informali emersi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che organizzavano le relazioni tra gli Stati dal punto di vista dei flussi economici e della sicurezza, e secondo principi che privilegiavano la negoziazione rispetto alla forza bruta.

I suoi pilastri, come sappiamo, erano le istituzioni di Bretton Woods –FMI; Banca Mondiale; GATT, che avrebbe poi dato origine al OMC (Organizzazione mondiale del commercio); e la costellazione di organizzazioni e regimi che formavano il sistema LUI. Nel corso del tempo si unirono ad esso altri organismi.
Questo insieme di regole, non sempre equilibrate, né coerentemente liberali, è un prodotto dell’Occidente democratico e ha avuto un garante negli Stati Uniti – anche se trasgressori a volte reticenti o opportunistici delle sue norme. È difficile, tuttavia, immaginare il suo futuro se, nell’era Trump, l’America si dedicasse a sabotarlo.

Sarò in vacanza la prossima settimana.


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Luca

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Salve, mi chiamo Luca e sono l'autore di questo sito con utili consigli di cucina. Sono sempre stato affascinato dalla cucina e dagli esperimenti culinari. Grazie a molti anni di pratica e all'apprendimento di diverse tecniche culinarie, ho acquisito molta esperienza nel cucinare diversi piatti.