Continuare o arrendersi? Il governo rinvia la decisione su Angra 3
Il futuro della centrale nucleare di Angra 3 resta per il prossimo anno. Il Consiglio nazionale per la politica energetica (CNPE) ha rinviato a gennaio la decisione di proseguire i lavori sull’impianto. Il progetto è iniziato negli anni ’80 e ad oggi è stato completato solo il 65% dei lavori.
L’Associazione brasiliana per lo sviluppo delle attività nucleari (Abdan) ha considerato il rinvio “una battuta d’arresto significativa” per il mancato raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica, che colpisce la catena di approvvigionamento del settore nucleare brasiliano e incide sulla diversificazione e la sicurezza della matrice energetica nazionale.
“Angra 3 è un progetto essenziale per garantire la fornitura di energia pulita e sicura in Brasile, ma anche per rafforzare la sovranità tecnologica del Paese e contribuire alla crescita dell’economia locale. Ogni nuovo rinvio aumenta i costi dei progetti, riduce la competitività del settore, compromette gli obiettivi di sostenibilità e non riesce a generare quasi 10mila posti di lavoro”, ha affermato il presidente di Abdan, Celso Cunha.
Finora, secondo Eletronuclear, sono stati investiti circa 7,8 miliardi di R$ in Angra 3. Per completare l’opera serviranno circa 20 miliardi di real. Secondo i calcoli della Banca nazionale per lo sviluppo economico e sociale (BNDES), il valore si avvicinerebbe ai 23 miliardi di real se il progetto venisse abbandonato.
Paralizzati nel 2015 a causa di una revisione dei finanziamenti, i lavori sono stati ripresi nel 2022. Nel corso dei decenni si sono interrotti anche per problemi di budget, bandi di gara e indagini sull’operazione Lava Jato.
Angra 3 è il terzo impianto della Centrale Nucleare Almirante Álvaro Alberto (CNAAA), ad Angra dos Reis, sulla costa di Rio de Janeiro. Nello stesso complesso si trovano gli impianti Angra 1 e A, gli unici nucleari del Paese.
La stima è che Angra 3 avrà una capacità di 1.405 MW, sufficiente a servire 4,5 milioni di persone, il che equivale al 60% del consumo dello stato di Rio e al 3% del consumo del Brasile.