Israele denuncia torture, fame e umiliazioni subite dagli ostaggi di Hamas
Il Ministero della Sanità israeliano ha consegnato alle Nazioni Unite (ONU) un rapporto sulle condizioni mediche dei prigionieri del gruppo Hamas già rilasciati, in cui descrive che sono stati sottoposti a torture e abusi fisici e psicologici.
“Il rapporto che presentiamo all’ONU è una testimonianza straziante delle brutali esperienze subite dagli ostaggi tenuti prigionieri da Hamas: violenza crudele, abusi psicologici, tormenti fisici e atti che sfidano la comprensione”, ha affermato in un comunicato il ministro della Sanità Uriel Busso inviato sabato sera.
Il rapporto include le testimonianze di 105 prigionieri, rilasciati nel novembre 2023, dopo l’unica tregua tra il governo di Israele e la milizia islamica Hamas, dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza il 7 ottobre di quell’anno Altri 12, quattro liberati dalle milizie di Gaza e otto salvati vivi dall’esercito israeliano.
Gli ostaggi tornati in Israele, precisa il documento, hanno riferito che i loro rapitori hanno negato loro acqua, cibo, anestesia e assistenza medica ai feriti, e che quando sono tornati presentavano sintomi di malnutrizione e carenza di vitamina D, a causa delle settimane trascorse nei tunnel sotterranei. Inoltre, bambini, giovani e adulti hanno affermato di essere stati bruciati, picchiati e umiliati e che tali abusi hanno compromesso la loro salute mentale e fisica, anche molto tempo dopo il loro rilascio.
Busso ha precisato che con questo rapporto esorta la comunità internazionale a “utilizzare tutti i mezzi disponibili per porre fine alla crudeltà e riportare immediatamente a casa gli ostaggi. È un imperativo morale e umanitario; “Il tempo per agire sta per scadere.”
A quasi 15 mesi dall’inizio della guerra, nella Striscia di Gaza rimangono 96 persone rapite, compresi i corpi di almeno 34 morti confermati dall’esercito.
Il Forum delle famiglie delle persone rapite e scomparse ha osservato, da parte sua, che il rapporto del Ministero della Salute è “un devastante promemoria” dell’urgenza di riportare indietro gli ostaggi. “Le testimonianze sconvolgenti degli ostaggi liberati riflettono una realtà devastante: per più di 50 giorni atroci, abusi fisici, tormenti psicologici e condizioni disumanizzanti sono stati inflitti alle persone”, ha affermato l’organizzazione, che riunisce i parenti delle persone rapite, decedute e scomparse durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Sottolineano quindi che altri 400 giorni dopo gli ostaggi continuano a subire la stessa realtà che hanno affrontato coloro che sono stati rilasciati e si trovano ad affrontare un “pericolo mortale”. Per questo ha sollecitato un accordo globale per garantire il rilascio immediato degli ostaggi, chiedendo la collaborazione “degli Stati Uniti e di tutte le parti mediatrici”. (EFE)