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Conflitto in Medio Oriente, in diretta | Decine di persone uccise in un attacco israeliano vicino a un ospedale nel nord di Gaza | Internazionale



L’OMS denuncia gli ostacoli arbitrari israeliani all’invio di medici e forniture a Gaza

Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Ghebreyesus, ha denunciato questa mattina il rifiuto arbitrario da parte di Israele dell’ingresso a Gaza delle missioni umanitarie dell’organizzazione, negando così l’accesso al personale medico, al cibo, all’acqua e alle medicine.

Nello specifico, denuncia Ghebreyesus in un messaggio sul nord di Gaza) sono stati arbitrariamente respinti, danneggiando gravemente gli sforzi volti a mantenere operativo l’ospedale”. Kamal Adwan è uno dei due ospedali operativi nel nord di Gaza.

“Due giorni fa, la nostra squadra è finalmente arrivata all’ospedale, ma l’invio di personale medico è stato negato per la quinta volta”, aggiunge, nonostante ciò è stata in grado di consegnare 10.000 litri di carburante e forniture essenziali per 1.500 pazienti traumatizzati ed è stata in grado di trasportare 23 pazienti e 22 operatori sanitari all’ospedale Al Shifa. “Sono stati arrestati un paziente e una badante”, denuncia.

Il direttore dell’agenzia Onu sottolinea che nel nord di Gaza “c’è urgente bisogno di operatori sanitari” e di aumentare l’arrivo di forniture mediche, per questo invita Israele a facilitare lo spiegamento di personale medico e sanitario, “assicurare l’arrivo di forniture e carburante per mantenere le operazioni dell’ospedale” e “garantire che i pazienti detenuti e gli operatori sanitari ricevano le cure di cui hanno bisogno e che i loro diritti legali e umani siano rispettati”. Conclude con un’esclamazione: “La pace duratura è la migliore medicina. Cessate il fuoco adesso!”

Queste dichiarazioni si uniscono a quelle del portavoce del Segretariato generale delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, che avverte che “tutti i tentativi dell’ONU di sostenere” le popolazioni del nord di Gaza, in particolare Beit Hanoun, Beit Lahiya – tutte sotto assedio da parte dell’esercito israeliano – “sono stati negati o impediti.”

“Solo questo mese, 27 delle 31 missioni previste sono state respinte e le altre quattro hanno subito gravi impedimenti, il che significa che non sono state in grado di svolgere tutto il lavoro fondamentale che si erano prefissati”, ha riferito.



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