Il nuovo leader repubblicano al Senato minaccia sanzioni contro la Corte penale internazionale per aver perseguitato Netanyahu
Il nuovo leader dei repubblicani al Senato americano, John Thune, ha minacciato questa domenica di affermare la maggioranza repubblicana alla Camera alta e di sostenere una legge di sanzioni contro la Corte penale internazionale (CPI) come ritorsione per la richiesta della Procura di questo organismo per emettere mandati di arresto contro il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant.
“Se la Corte penale internazionale e il suo procuratore non revocano le loro azioni scandalose e illegali di ricerca di mandati di arresto contro funzionari israeliani, il Senato dovrebbe approvare immediatamente una legge sulle sanzioni, come ha già fatto la Camera dei Rappresentanti in modo bipartisan”, ha sottolineato in un messaggio sul suo account di social network X.
Il senatore del South Dakota ha così alluso all’approvazione, nel maggio di quest’anno, da parte della Camera dei Rappresentanti americana (inferiore) di un disegno di legge per sanzionare gli alti funzionari della CPI dopo che il procuratore generale Karim Khan aveva chiesto l’emissione di mandati di arresto contro i due leader israeliani per la presunta commissione di crimini di guerra e crimini contro l’umanità in territorio palestinese.
Il repubblicano ha anche assicurato che, se l’attuale leader della maggioranza, il democratico Chuck Schumer, “non agirà” a questo proposito, “la maggioranza repubblicana al Senato sosterrà il (suo) alleato chiave, Israele, e farà questo – e altri sostenere la legislazione: una priorità assoluta nel prossimo Congresso”.
Thune si è espresso con forza appena una settimana dopo che i senatori del Partito repubblicano lo hanno scelto come nuovo leader alla Camera Alta, dove il partito ha la maggioranza in questa legislatura dopo le elezioni di inizio novembre, nelle quali è stato eletto Donald Trump. presidente.
Khan ha annunciato a maggio la sua decisione di richiedere l’emissione di mandati di arresto contro Netanyahu e Gallant, nonché contro il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, ucciso da Israele; il leader dell’ala militare del gruppo, Mohamed Diab al Masri, noto come Abu Deif; e l’anche deceduto capo del braccio politico della formazione, Ismail Haniya, per presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità in seguito agli attacchi del 7 ottobre da parte del gruppo islamista e alla successiva offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza.