L’implementazione delle scuole civico-militari a San Paolo resta rinviata al 2026, anche dopo l’approvazione della Corte Suprema Federale (STF). Martedì 26, il ministro Gilmar Mendes ha annullato la decisione della Corte di Giustizia di San Paolo (TJ-SP) che impediva alla proposta di avanzare nello Stato.
Mercoledì 27, con una nota, la direzione del governatore Tarcísio de Freitas (repubblicani) ha confermato l’informazione e ha affermato che la consultazione pubblica nelle 300 scuole che hanno mostrato interesse riprenderà l’anno prossimo.
“A seguito della decisione della STF di questo martedì (26), la consultazione pubblica nelle 300 scuole che hanno mostrato interesse per l’adozione del modello civico-militare sarà ripresa nel 2025. L’obiettivo è che l’attuazione avvenga nell’anno scolastico 2026 La consultazione fa parte delle azioni stabilite dal Dipartimento Statale dell’Educazione di San Paolo (Seduc-SP) per discutere e chiarire i dubbi delle comunità scolastiche interessate al formato”, si legge nel testo.
Nel mese di agosto, la Corte di Giustizia (TJ-SP) aveva sospeso il programma fino a quando la Corte Suprema Federale (STF) non si fosse pronunciata definitivamente sulla questione. All’epoca il TJ aveva accolto la tesi di Apeoesp, il più grande sindacato degli insegnanti della rete statale. L’entità sostiene che le questioni relative a questo tipo di istruzione rientrano nella giurisdizione federale.
Mesi prima, a giugno, il Ministero pubblico federale aveva già classificato il modello come incostituzionale, in quanto non supportato dalle linee guida e dalle basi dell’istruzione nazionale. Anche la Procura generale federale (AGU) è contraria al progetto.
Nella decisione di martedì, Gilmar Mendes ha ritenuto che la Corte di Giustizia di San Paolo abbia invaso la giurisdizione della STF sospendendo il modello. Ciò è avvenuto perché anche la Legge complementare 1.398/2024, che istituiva le scuole civico-militari, è messa in discussione nei processi in corso dinanzi alla Corte Suprema, nelle ADI 7.662 e 7.675.
Tuttavia, il ministro ha sottolineato che la decisione non entra nel merito del dibattito sulla costituzionalità. Secondo lui tale giudizio verrà espresso al momento opportuno.
Il programma prevede ufficiali di polizia militare di riserva come osservatori nelle attività extrascolastiche. I PM non insegneranno lezioni del curriculum comune, come matematica o geografia. L’adesione è volontaria, previa consultazione delle comunità scolastiche. La priorità viene data alle unità con maggiore vulnerabilità socioeconomica, tassi di fallimento o bassi risultati di apprendimento.
Gli esperti hanno riserve sul modello. Essi affermano che il formato non ha il potenziale per apportare benefici su larga scala alla rete pubblica, poiché serve un numero limitato di unità, e criticano la priorità data al personale militare e non agli educatori.