Colpo di stato: gli atti preparatori possono essere puniti? L’esperto spiega a WW
La specialista in diritto penale, Laura de Azevedo Marques, ha chiarito durante la sua partecipazione al programma WW su CNN Brasile, la complessità giuridica della punizione degli atti preparatori di un colpo di stato.
Secondo Marques, il diritto penale tradizionalmente non punisce gli atti meramente preparatori, ma richiede l’inizio dell’esecuzione del reato perché vi sia punizione. “Per punire qualcuno, un agente, è necessario che l’esecuzione del reato abbia inizio, anche sotto forma di tentativo”, ha spiegato l’esperto.
La linea sottile tra preparazione ed esecuzione
Tuttavia, Marques ha sottolineato che, nel caso specifico dei crimini legati ai colpi di stato, l’analisi deve essere più approfondita. “Ciò che occorre analizzare è il livello di organizzazione e gli elementi che erano già stati messi in pratica in quel piano”, ha affermato.
L’esperto ha sostenuto che alcune azioni possono già essere considerate come parte della pratica e, quindi, potenzialmente punibili. Tra questi, ha citato: “Mappatura dei movimenti dell’allora eletto presidente, vicepresidente e ministro Alexandre de Moraes, monitoraggio di questi movimenti, qualcuno all’interno della squadra di sicurezza che trasmette informazioni”.
Questa prospettiva solleva importanti questioni sull’interpretazione giuridica nei casi di tentativo di sovversione dell’ordine democratico, suggerendo che azioni concrete di pianificazione e organizzazione possono oltrepassare la barriera della mera cogitazione, entrando nell’ambito dell’esecuzione penale.
Il dibattito portato dall’esperto getta luce su un dibattito giuridico cruciale in un momento di tensione politica nel Paese, dove la difesa delle istituzioni democratiche diventa sempre più rilevante.