Cleveland batte l’Oklahoma nel duello tra i leader della NBA | Pallacanestro | Sport
La tensione agonistica era evidente in campo. Il duello di mercoledì sera a Cleveland è stato molto più di una partita di metà partita della stagione regolare della NBA. Si sono affrontate le due squadre più in forma del campionato, capoliste dei due conference. Era in gioco anche il prolungamento della serie di vittorie consecutive, sia quella degli Oklahoma City Thunder, che avevano ottenuto 15 vittorie consecutive in campionato, sia quella dei Cleveland Cavaliers, che avevano vinto le ultime 10 partite. La gente del posto se l’è cavata anche se la loro star, Donovan Mitchell, ha passato una brutta serata. Guidati da Darius Garland e con un raffinato gioco offensivo, hanno vinto 129-122 in un duello che si è deciso solo nell’ultimo quarto.
Erano passati 30 anni dall’ultima volta che due squadre accumulavano serie di vittorie a doppia cifra l’una contro l’altra, da quando nel gennaio 1995 Seattle e Utah si affrontarono, entrambe dopo 10 vittorie consecutive. C’era un clima di festa playoff, quasi dalle finali NBA.
I Cavalieri hanno trasformato la loro corte in una fortezza. La squadra allenata da Kenny Atkinson, con doppia nazionalità americana e spagnola, ha vinto 19 delle 20 partite giocate lì in questa stagione. Inoltre, nella sua carriera trionfante, la leader della Eastern Conference e del campionato nel suo insieme ha vinto le 11 occasioni in cui ha affrontato squadre occidentali in questa stagione, sia in casa che in trasferta.
Con la vittoria di questo mercoledì, i Cavaliers aumentano il loro vantaggio come la migliore squadra della stagione, con 32 vittorie e 4 sconfitte. Solo quattro volte nell’intera storia della NBA una squadra è arrivata con un equilibrio migliore di quello presente a questo punto del campionato. L’ultimo risale alla stagione 2015-2016, ad opera dei Golden State Warriors, e gli altri, nel secolo scorso, realizzati dai Lakers, dai Sixers e dai Chicago Bulls di Michael Jordan.
Quelli di Cleveland hanno avuto un inizio di stagione spettacolare, con 15 vittorie nelle prime 15 partite, fino alla sconfitta contro i Boston Celtics, quindi la loro vittoria ha anche impedito ai Thunder di superare il proprio record di allora. I Celtics, attuali campioni, sono secondi nella Eastern Conference, ma hanno già 10 sconfitte in 37 partite.
Gli Oklahoma City Thunder, dal canto loro, vedono spezzare il miglior record della loro storia. Hanno perso la finale della NBA Cup contro i Milwaukee Bucks, ma quella partita è l’unica del torneo a non contare contemporaneamente per la lega regolare. I 31 punti del sempre eccezionale Shai Gilgeous-Alexander questa volta non sono bastati. Nonostante la sconfitta, la squadra continua a guidare comodamente la Western Conference, con 30 vittorie e sei sconfitte. Le posizioni della stagione regolare definiscono gli incroci del playoff, il momento della verità nella NBA.
I Cavaliers hanno superato una brutta serata di Donovan Mitchell, che ha segnato solo 11 punti in una serie di canestri da dimenticare tre su 16. Il resto della squadra è stato preciso. Jarrett Allen ha segnato 25 punti, Evan Mobley 21, Darius Garland 18 e Max Strus e Ty Jerome, entrambi partiti dalla panchina, ne hanno aggiunti rispettivamente 17 e 15.
I Thunder non hanno mai perso la faccia. Infatti nel primo tempo si sono portati in vantaggio (25-32) in un duello talmente serrato che sul tabellone ci sono stati trenta scambi di leader. L’ultimo quarto è stato raggiunto con un solo punto di vantaggio locale, 103-102, con entrambe le squadre in tripla cifra dopo l’orgia reticolare del terzo quarto (41-43). Gli attacchi hanno prevalso sulle difese.
È stata la rettifica di un errore arbitrale, dopo un reclamo dei Cavaliers, a poco più di un minuto dalla fine e con due punti di vantaggio per la squadra di Cleveland, a dare ai vincitori l’opportunità di emergere. Una tripla di Mobley ha messo cinque punti di differenza sul tabellone e dopo che gli ospiti hanno fallito nell’attacco e hanno ottenuto un ultimo canestro, il cronometro non li ha più perdonati.