EL PAÍS ha avviato nel 2018 un’indagine sulla pedofilia nella Chiesa spagnola e l’ha fatto una banca dati aggiornato con tutti i casi noti. Se siete a conoscenza di qualche caso che non ha visto la luce, potete scriverci a: abusos@elpais.es. Se si tratta dell’America Latina, l’indirizzo è: abusosamerica@elpais.es.
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Il difensore civico Ángel Gabilondo si presenta giovedì al Congresso dei Deputati con un’idea chiara: che i deputati che lo hanno incaricato a larga maggioranza di indagare sulla pedofilia nella Chiesa discutano le 24 raccomandazioni contenute nel rapporto e si accordino per attuarle. le misure necessarie affinché le vittime di abusi siano risarcite.
Nel marzo 2022, il Parlamento ha affidato a Gabilondo un’indagine sugli “abusi sessuali sui minori all’interno della Chiesa cattolica e il ruolo dei poteri pubblici” in seguito al lavoro giornalistico che EL PAÍS ha intrapreso nel 2018 su questo scandalo. È stato approvato a larghissima maggioranza, nella quale solo Vox ha votato contro. Il Garante ha impiegato un anno e mezzo per preparare il suo rapporto di 777 pagine, con le testimonianze di 487 vittime e i dati raccolti da due gruppi di lavoro composti da specialisti. I risultati sono devastanti: l’1,13% della popolazione residente in Spagna – circa 440.000 persone, secondo i calcoli di questo giornale – ha subito abusi in ambito religioso, secondo le stime della vasta indagine commissionata per essere inclusa nello studio. Le conclusioni sono state molto critiche nei confronti dei vescovi spagnoli e di vari ordini religiosi, che in alcuni casi non hanno nemmeno risposto alle richieste della commissione del Difensore civico. Il documento conferma anche che la Chiesa ha insabbiato centinaia di casi proteggendo i pedofili.
Le proposte del Garante giungono alla Camera mentre i vescovi cercano di chiudere lo scandalo con l’approvazione di un modello di riparazione e mentre più di un centinaio di vittime denunciano che vescovi e ordini religiosi non stanno riparando i danni causati, allungano i tempi processi canonici dei loro casi, non rispondono alle loro email e li costringono a firmare clausole di riservatezza. Queste le chiavi del lavoro che il Congresso affronterà:
Pagamento del risarcimento
Il pagamento di un risarcimento economico è la misura più urgente, poiché molte vittime sono anziane e temono di morire senza riceverlo. Gabilondo propone la creazione di “un fondo statale” per il pagamento “in quei casi in cui, per prescrizione del reato o altre cause”, sia impossibile denunciare penalmente il fatto. Un organismo indipendente, “di natura temporanea” e formato per l’occasione, stabilirebbe la procedura che dovranno seguire le persone interessate. Il Garante chiede la collaborazione della Chiesa affinché “assuma l’impegno di farsi carico di tutto o di una parte sostanziale del risarcimento”. Nel caso in cui ciò venga negato, Gabilondo propone di promuovere una procedura che garantisca che le vittime siano “ascoltate e riparate”. Cioè è lo Stato a pagare il risarcimento.
Alcuni gruppi politici rifiutano un modello misto e sottolineano che il conto deve essere pagato dalla Chiesa. D’altra parte, i vescovi insistono che non parteciperanno al fondo e saranno loro, unilateralmente, a valutare se risarcire o meno le vittime che si denunciano ai loro uffici.
Sia che si configuri un modello misto, sia che sia solo lo Stato a farsi carico delle riparazioni, secondo il Mediatore è necessario stabilire delle scale. La media negli altri paesi europei è di 35.000 euro. Papa Francesco però afferma che questa cifra è insufficiente, indicando addirittura un mese fa che “50.000 euro sono una cifra troppo bassa”. Il database di EL PAÍS conta 1.534 imputati e 2.817 vittime.
Un atto pubblico di riconoscimento
La celebrazione di un atto pubblico di riconoscimento è un’altra forma di riparazione, in questo caso simbolica, che Gabilondo lancia. La proposta prevede che i rappresentanti delle associazioni delle vittime partecipino all’organizzazione dell’evento. L’obiettivo è che le istituzioni riconoscano la gravità e accettino ufficialmente che la pedofilia nella Chiesa è stata ed è un grosso problema in Spagna. Sia la Chiesa che alcuni partiti politici si sono già mostrati favorevoli all’organizzazione dell’evento.
Il rapporto registra anche la proposta di alcune associazioni di persone colpite di creare uno Statuto per le vittime di questo tipo di abusi “affinché possano ricevere l’aiuto necessario”. Questo sarebbe un altro punto su cui i parlamentari dovrebbero confrontarsi.
Apertura dei file
L’accesso agli archivi ecclesiastici è un altro dei temi inseriti dal Garante nelle sue raccomandazioni. Nel corso della sua indagine Gabilondo non è riuscito ad entrare nei registri documentali delle diocesi e degli ordini religiosi. In questi archivi si trovano potenzialmente informazioni su abusi (sentenze, verbali di trasferimenti di pedofili, lettere di copertura interne…), come è stato dimostrato in altre indagini di questo tipo in altri paesi, come gli Stati Uniti o la Germania. La Chiesa si rifiuta di aprire le sue porte, sostenendo che “non c’è nulla”, e lo Stato spagnolo non può obbligarlo, poiché questi archivi sono protetti dagli Accordi con il Vaticano. Partiti come il PSOE, quando era all’opposizione, hanno chiesto la revisione di questo Concordato.
Il Difensore civico, indipendentemente dal fatto che tali accordi vengano rivisti o meno, insiste sul fatto che i vescovati e le congregazioni “dovrebbero consentire ai ricercatori l’accesso” ai loro documenti e condurre una revisione completa dei loro file con la partecipazione di esperti.
La riforma della prescrizione del reato
Un’altra tesi è la prescrizione del reato di pedofilia. Il Mediatore suggerisce solo di riformare i termini di prescrizione della responsabilità civile. Il presidente Pedro Sánchez, infatti, si è impegnato nel suo discorso di investitura a riformare la norma: “Rafforzaremo il quadro giuridico affinché i reati di aggressione e abuso sessuale sui minori non siano limitati a un momento specifico e la responsabilità civile non sia prescritta .”
Gabilondo non ha previsto la modifica della legge in modo che l’imprescrittibilità sia anche nella sfera penale, che è ciò che chiedono maggiormente le vittime, sebbene questa riforma sia già stata presa in considerazione dal Congresso una settimana fa a larga maggioranza.