Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), l’anno 2024 è passato alla storia come l’anno più caldo mai registrato, con una temperatura media globale in aumento di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali dalla fine del 19° secolo.
Nobre sottolinea che il riscaldamento di 1,5°C, precedentemente previsto tra il 2033 e il 2035, è stato raggiunto in modo sorprendente e prematuro. “A 1,5 gradi, poco più, sono esplosi tutti gli eventi estremi”, spiega lo scienziato, citando registrazioni di piogge, incendi e siccità in diverse parti del mondo, compreso il Brasile.
Il climatologo sottolinea che, se le temperature rimarranno a questi livelli anche nei prossimi anni, la scienza potrà confermare che il limite di 1,5°C è stato definitivamente superato. Ciò implicherebbe l’urgente necessità di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra un decennio prima della scadenza stabilita dall’Accordo di Parigi, che prevede la riduzione di questi superinquinanti entro il 2050.
“Dovremo affrontare la sfida più grande che, a mio avviso, l’umanità abbia mai affrontato”, avverte Nobre, sottolineando l’importanza di un’azione globale coordinata.
Lo scienziato esprime preoccupazione per la possibilità che gli Stati Uniti contribuiscano meno agli sforzi climatici, soprattutto con il nuovo mandato del governo di Donald Trump, dichiarato scettico nei confronti del cambiamento climatico.
Il ruolo del Brasile nella mitigazione del clima
Carlos Nobre vede il Brasile come un potenziale leader nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. A differenza di altri grandi emettitori, le cui emissioni provengono principalmente dalla combustione di combustibili fossili, il Brasile ha il 75% delle sue emissioni legate all’uso del territorio, compresa la deforestazione e l’agricoltura.
“Il Brasile ha tutte le condizioni per essere il primo paese con grandi emissioni ad eliminare le proprie emissioni prima del 2050”, afferma il climatologo. Sottolinea l’importanza degli obiettivi del Brasile di zero deforestazione entro il 2030 e di realizzare una rapida transizione energetica, che potrebbe posizionare il paese come pioniere globale nella neutralità del carbonio, molto prima del 2050.