Il Presidente pro-europeo Maia Sandu si ricandiderà alla fine di ottobre. Oltre alle elezioni presidenziali, la Moldavia terrà un referendum su come ancorare saldamente la prospettiva europea del Paese.
L’Istituto Adapt è un think-tank analitico slovacco che si occupa di politica di difesa e sicurezza con un focus specifico sull’adattamento strategico.
Nel maggio di quest’anno, il Parlamento moldavo ha annunciato che le elezioni presidenziali e il referendum sull’orientamento europeista del Paese si sarebbero tenuti il 20 ottobre 2024. La mozione è stata approvata con il sostegno della maggioranza di 56 deputati su 101 membri del Parlamento. Nella competizione presidenziale, la presidente in carica, Maia Sandu, la cui priorità è l’adesione della Moldavia all’UE entro il 2030, cercherà di essere rieletta.
L’opposizione non è unita nella scelta del candidato, ma la più fortePartito socialista dell’ex procuratore generale Oleksandr Stoianoglu. Il partito ha da tempo posizioni filorusse e si oppone all’integrazione della Moldavia nell’UE. Il suo presidente è l’ex presidente moldavo Igor Dodon, incriminato nel 2022 per corruzione e tradimento.
Nel referendum, i cittadini potranno approvare un emendamento costituzionale per incorporare la richiesta di adesione all’UE del popolo moldavo. Questa modifica dovrebbe impedire ai futuri governi di cambiare l’orientamento pro-europeo del Paese. Tutto questo avviene sullo sfondo della guerra che imperversa nella vicina Ucraina.
Fantasmi del passato
La Moldavia è un Paese dell’ex Unione Sovietica, che ha vissuto disordini e violenze etniche poco prima del crollo completo dell’URSS. I russi hanno formato qui un proto-stato con i separatisti locali, noto come , che mantengono in vita ancora oggi nonostante l’isolamento internazionale. Circa 1.500 membri delle forze armate russe sono ancora presenti nella regione separatista.