Bruxelles denuncia la Spagna davanti alla giustizia europea per un “notevole” mancato rispetto della direttiva sugli appalti pubblici | Economia
La Spagna accumula una nuova denuncia della Commissione europea davanti al sistema giudiziario europeo. In questa occasione, l’Esecutivo Ue accusa lo Stato spagnolo che le sue norme sugli appalti pubblici “si discostano significativamente dalle leggi europee” per quanto riguarda “le tipologie di poteri contraenti, le tipologie di contratti e le modifiche dei contratti che devono conformarsi alla normativa nazionale sugli appalti pubblici”. normativa che recepisce le direttive”. Da Bruxelles, quest’anno sono già state portate davanti ai giudici lussemburghesi diverse inadempienze della Spagna, come la direttiva sulle fusioni transfrontaliere.
La Commissione ha avviato un procedimento d’infrazione contro la Spagna tre anni fa. Alla prima risposta spagnola è seguito un parere motivato di Bruxelles in cui si sottolinea il motivo per cui si ritiene che la direttiva sugli appalti pubblici non sia stata recepita correttamente. “Tuttavia, ad oggi, la Spagna non ha ancora introdotto le modifiche necessarie alla sua legislazione per renderla compatibile con tutti gli obblighi imposti dal diritto comunitario”. Nel comunicato diffuso lunedì, che riporta anche i passi compiuti con altri otto procedimenti sanzionatori contro la Spagna, si aggiunge che “gli sforzi compiuti finora dalle autorità spagnole sono stati insufficienti”.
Sono trascorsi ormai 10 anni dall’approvazione della direttiva sugli appalti pubblici. Come fanno normalmente queste norme europee, che devono essere recepite nelle legislazioni nazionali, ci sono voluti quasi due anni per compiere questo passo. Cioè, la data fissata per recepire la norma nelle leggi nazionali era il 2016. La Spagna ha notificato di averlo fatto. Ma la Commissione ha poi concluso che le misure approvate erano insufficienti: “Non è stata ancora introdotta alcuna modifica nella legislazione [española] che lo rendono compatibile con tutti gli obblighi previsti dalla normativa comunitaria.”
L’Esecutivo comunitario aveva già dato una tiratina d’orecchi alla Spagna nel dicembre 2021, quando le aveva inviato una lettera di costituzione in mora. La primavera di quest’anno ha dato ancora una volta un segnale d’allarme, con la pubblicazione di un parere motivato. E ora, come ultimo passo, si è rivolto alla Giustizia comunitaria. La lamentela principale è che le normative spagnole differiscono da quelle europee, soprattutto in termini di “tipi di autorità, contratti e modifiche contrattuali che devono conformarsi alle normative sugli appalti pubblici”.
Queste leggi mirano a creare una legislazione di base comune nell’UE in modo che ci siano condizioni uguali in tutta Europa per tutte le aziende, cioè per non distorcere la concorrenza in un mercato di duemila miliardi di euro all’anno, una cifra equivalente al 14% del PIL del paese. Unione, secondo i numeri della Commissione. “Queste norme regolano il modo in cui le autorità pubbliche e alcuni operatori di servizio pubblico acquisiscono beni, lavori e servizi. Sono recepiti nella legislazione nazionale e si applicano alle gare il cui valore monetario supera un determinato importo. Per le offerte di valore inferiore si applicano le norme nazionali. Tuttavia, queste norme nazionali devono anche rispettare i principi generali del diritto comunitario”.
Un altro caso in cui è stato annunciato il rinvio della questione ai tribunali è stato quello del recepimento della direttiva che stabilisce un’aliquota minima effettiva del 15% nell’imposta sulle società. Lo aveva annunciato lo scorso ottobre. Ma poco dopo venne approvata la normativa in cui venne recepita.
Requisiti per l’etichettatura dei rifiuti e concessioni costiere
Alla denuncia per l’inadeguato recepimento della direttiva sugli appalti pubblici si sono aggiunte altre procedure. La Commissione ha inoltre inviato una lettera di costituzione in mora alla Spagna ritenendo che non rispetti i requisiti di etichettatura per la raccolta differenziata dei rifiuti, poiché ritiene che non rispettino il principio della libera circolazione delle merci. Sebbene non esistano ancora norme comuni in materia, il nuovo regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio è in procinto di essere approvato e prevede disposizioni per andare verso l’armonizzazione. “Fino a quando questi requisiti non saranno stabiliti a livello UE, le leggi nazionali non dovrebbero creare un onere inutile sul commercio intra-UE. I requisiti nazionali di etichettatura possono rappresentare un ostacolo significativo al mercato unico e minare gravemente il principio della libera circolazione delle merci”, sostiene l’Esecutivo comunitario, che dà alla Spagna due mesi per rispondere e correggere le carenze segnalate dalla Commissione.
Bruxelles ritiene inoltre che le norme spagnole sull’affidamento e sulla proroga delle concessioni per costruire edifici sulla costa violino le direttive comunitarie, per questo invierà un altro parere motivato. Allo stesso modo, aprirà una procedura di infrazione contro la Spagna per non aver ancora designato le autorità competenti per garantire il rispetto del regolamento SEPA nelle operazioni bancarie transfrontaliere, e un’altra per non aver rispettato gli standard europei sulle qualifiche professionali, regole che consentono ai lavoratori di operare temporaneamente in diversi paesi europei. In quest’ultimo caso, la non conformità è diffusa: fino a 22 Stati riceveranno una lettera di costituzione in mora, tra cui Danimarca, Germania, Irlanda e Paesi Bassi, poiché impongono “controlli preventivi ingiustificati per diverse professioni”.
Un altro ambito in cui la Commissione Europea riscontra il mancato rispetto da parte di otto Paesi è quello dell’applicazione della direttiva che impone standard comuni nell’applicazione di pedaggi e vignette. Invierà quindi una lettera a Spagna, Bulgaria, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Polonia e Portogallo, che non hanno comunicato le proprie misure di recepimento. Anche Spagna e Portogallo riceveranno un parere motivato per non aver comunicato alla Commissione le norme sulle sanzioni in caso di violazione del regolamento che istituisce un prodotto pensionistico individuale paneuropeo, un piano pensionistico individuale volontario.