L’ex presidente Jair Bolsonaro (PL) ha voluto per due volte unirsi alle Forze Speciali dell’Esercito (FE), conosciute come i “ragazzi neri”, un gruppo d’élite delle Forze Armate.
I membri ricevono questo soprannome perché indossano berretti neri durante le operazioni e sono addestrati a svolgere missioni riservate, in ambienti ostili e politicamente sensibili.
Per entrare a far parte di questa categoria, hEsiste un processo di selezione che viene effettuato tra i volontari militari che intraprendono il Corso d’Azioneioni di comandi.
In una solenne seduta alla Camera, in onore delle truppe d’élite dell’Esercito, nel 2019, lo stesso Bolsonaro – allora presidente – espresse questo desiderio.
“Ho provato due volte a fare il Corso Commando, ma negli esami preparatori, che non erano gli esami fisici, sono rimasto indietro. Mi sarebbe piaciuto provare il Corso Commando e, magari, una volta approvato, sapendo quanto fosse difficile il corso, provare a diventare delle Forze Speciali laggiù. Non ho avuto successo, ma siamo insieme in questa missione per prenderci cura del nostro Paese”, disse all’epoca l’ex presidente.
Il termine “ragazzo nero” è diventato famoso negli ultimi giorni per essere stato coinvolto in un’operazione della polizia federale, che sta indagando su un gruppo responsabile della preparazione e dell’organizzazione di un piano di colpo di stato subito dopo le elezioni presidenziali del 2022, che prevedeva l’assassinio del presidente . della Repubblica, Luiz Inácio Lula da Silva, il vicepresidente Geraldo Alckmin e il ministro del Tribunale Supremo Federale, Alexandre de Moraes.
Il gruppo era formato, secondo il PF, principalmente da membri dell’esercito. La polizia federale ha arrestato martedì (19) quattro “ragazzi neri”.
Tra gli arrestati c’è il generale in pensione Mario Fernandes, ex consigliere di Bolsonaro che ha parlato anche alla sessione formale del 2019.
L’azione, denominata Operazione Controcoup, coinvolge il nome di Jair Bolsonaro, menzionato più volte nella decisione che ha sostenuto l’operazione. Sarebbe stato responsabile, ad esempio, secondo l’inchiesta, di analizzare e modificare un documento che, secondo il rapporto PF, costituiva la “bozza del colpo di stato”.