L’ex presidente Jair Bolsonaro (PL) è stato incriminato giovedì scorso (21) dalla Polizia federale (PF), insieme ad altre 36 persone, per i crimini di abolizione violenta dello Stato di diritto democratico, colpo di stato e organizzazione criminale.
L’accusa, tuttavia, non significa che l’ex presidente sarà arrestato, e nemmeno che sarà giudicato colpevole di tali crimini.
Il PF rinvia a giudizio qualcuno quando, al termine delle indagini, conclude che vi sono prove della paternità di un determinato reato.
Ora, una volta che la Polizia Federale avrà concluso le indagini, spetterà alla Procura Generale (PGR) decidere se ci sono elementi sufficienti per sporgere denuncia contro gli incriminati.
L’avvocato penalista Guilherme Suguimori spiega che non spetta al giudice (ministro relatore) ordinare semplicemente l’arresto d’ufficio, senza una richiesta della PGR.
«Può emanare un decreto solo se richiesto dal titolare dell’azione penale. Di regola, il Pubblico Ministero; e, nel caso specifico, la PGR”, evidenzia l’avvocato.
In altre parole, la decisione finale spetterà al Ministro del Tribunale Supremo Federale, Alexandre de Moraes, su richiesta del Procuratore Generale della Repubblica, Paulo Gonet.
La decisione si basa sull’articolo 312 del codice di procedura penale, afferma Suguimori.
L’articolo in questione stabilisce i criteri della carcerazione preventiva. Secondo la legge, questo tipo di arresto “può essere disposto a garanzia dell’ordine pubblico, per comodità delle indagini penali o per assicurare l’applicazione della legge penale, quando sussistono prove dell’esistenza del reato e sufficienti prove della sua paternità”. ”.
Suguimori spiega che ora ci sono tre possibilità:
1 – La PGR, analizzato tutto quanto indagato, comprende che necessitano ancora di ulteriori informazioni, ritenute essenziali, e pertanto rinvia l’indagine alla Polizia Federale;
2 – La PGR è consapevole che esiste già tutto il necessario per procedere in giudizio – in questo caso l’indagine viene svolta dalla Procura Generale affinché l’accusa e l’accusa degli indagati possano essere formalizzate.
3 – La PGR analizza e capisce che non c’è stato alcun reato, che gli autori non sono stati identificati o qualcosa di simile e, invece di sporgere denuncia, chiude le indagini senza alcuna accusa.
Suguimori afferma di ritenere che, in questo caso, l’ultima possibilità sia “abbastanza improbabile”.