Blur ha finalmente realizzato il suo sogno. Puoi fermarti di nuovo | Televisione
Ora che gli Oasis annunciano il loro ritorno sul palco, 15 anni dopo il loro scioglimento, i Blur riappaiono sugli schermi per ricordarci che erano già tornati prima. Negli anni Novanta le due band vissero il duello più feroce di Cool Britannia, il classico dei britpopcon il permesso di altri come Pulp e suede. Gli Oasis inizieranno il loro tour mondiale nel luglio 2025 a Cardiff, e faranno tutto esaurito in poche ore e a prezzi alle stelle mentre annunciano altre date. E i Blur hanno appena lanciato due produzioni per farsi valere: un documentario, Sfocatura: fino alla fine, e un concerto, Blur: dal vivo allo stadio di Wembley, quattro ore in totale. A novembre erano nelle sale cinematografiche e ora arrivano sulle piattaforme (già disponibili su Filmin e, dal 13 e 14, anche su Movistar).
Nei loro anni migliori, i Blur e gli Oasis si guardarono e pubblicarono anche album nella stessa data per misurarsi, suscitando l’entusiasmo dei tabloid e della stampa musicale, desiderosi di rilanciare la vecchia rivalità Beatles-Stones. Gli Oasis hanno avuto un’apparizione brillante nel 1991, e hanno raggiunto un impatto più internazionale, anche se la loro carriera artistica è andata di più in meno fino alla loro separazione a causa di una lite tra i fratelli Gallagher nei camerini di Parigi nel 2008. D’altra parte, i Blur hanno ha avuto un andamento più costante fino ad oggi, nonostante siano stati presi anche lunghi periodi vuoti, quelli che chiamano “iati”. Il suo leader, Damon Albarn, dedica quelle pause ai suoi numerosi altri progetti: i gruppi Gorillaz e The Good, the Bad and the Queen, la sua carriera da solista o il suo ruolo di produttore, compositore di colonne sonore e persino di opere. (Dottor Dee).
Albarn, uno dei creatori più prolifici degli ultimi decenni nel suo paese, viene presentato dai suoi colleghi come una persona iperattiva Fino alla fine. Il documentario è rivolto a chi già conosce la sua carriera, perché del passato non si racconta quasi nulla. Il filmato è spogliato del contesto per creare un ritratto intimo del gruppo qui e ora, dopo otto anni di separazione, in cui Albarn ha fatto di tutto e alcuni dei suoi compagni di band (il bassista Alex James) Si era ritirato in una casa di campagna.
I quattro membri si incontrano quando la pandemia è alle spalle per iniziare a creare il loro ultimo album, La ballata di Darren, mentre tornano sul palco. Prima in piccoli locali, per entrare nell’atmosfera, poi in alcuni festival (sono passati da Barcellona per il Primavera Sound, una seconda data dello stesso evento a Madrid è stata sospesa per pioggia e si è conclusa con un concerto meno massiccio a La Riviera). E la ciliegina sulla torta che mancava alla loro carriera: Wembley, lo stadio londinese che riempirono due notti di luglio 2023, giornate 8 e 9, con 148.000 spettatori complessivi. Sono tornati molto feriti dal festival di Coachella di aprile: la rabbia di Albarn ha fatto il giro del mondo quando si è reso conto che il pubblico riunito nel deserto del Colorado conosceva a malapena le sue canzoni più emblematiche.
Fino alla fine è qualcosa di più di a facendo di: accompagna i membri della band nelle prove e nelle loro conversazioni, ci intrufoliamo nelle loro case, conosciamo i loro postumi di una sbornia (l’alcol era il collante del gruppo, ammettono), nuotiamo con loro sulle fredde spiagge del sud dell’Inghilterra. Spesso si rivolgono alla telecamera ed esprimono con franchezza le loro insicurezze, perché questi ventenni sono ormai sulla cinquantina. Il corpo non risponde più allo stesso modo: il batterista Dave Rowntree arriva al concerto principale con un infortunio al ginocchio, e cammina con le stampelle verso la porta del palco ma lì se le toglie.
In questo film non puoi davvero goderti la musica, tranne che per alcuni frammenti, perché è per questo che abbiamo già l’altro: Vivi a Wembley, che permette di rivivere tutto il suo concerto (e che era già uscito come doppio album in estate). E si scopre che Albarn, ci ha detto prima, era ossessionato dal locale più iconico di Londra fin da quando vide i Queen in TV al Live Aid nel 1985 da adolescente. Damon non aveva mai suonato lì (aveva suonato in altri posti affollati). stadio), come Glastonbury o Hyde Park), ma aveva giocato a calcio su quell’erba, in una festa di beneficenza nel 1996, e aveva segnato un gol.
Il concerto ha un suono grezzo, non troppo perfetto, ma energico e convincente per un pubblico appassionato. Come si danno i musicisti e, in particolare, Albarn, che in più occasioni si tuffa tra il pubblico. A tratti la chitarra secca e distorta di Graham Coxon prevale sulla voce stanca e sempre tosta di Damon. Evitano le decorazioni, perché da molto tempo non hanno fiati o altri strumenti: al quartetto si aggiunge solo la tastiera di Mike Smith. E appena un ospite sale sul palco: l’attore Phil Daniels, che ne recita i versi Parklifee, nel momento più emozionante della serata, il London Community Gospel Choir, ad accompagnare la bellissima ninna nanna Tenero. Alla fine Albarn cade a terra con la sua chitarra, raggomitolato come un bambino, sorridente e sollevato. Lo ha fatto. Fu incoronato nella sua città. Era l’unica cosa che volevo dire.
Da allora abbiamo appreso che Albarn stava cercando delle scuse per annullare la seconda serata a Wembley, per paura di rovinarla. Ora arriva un’altra pausa per la band: “Questo è troppo per me”, dice. Sta già pensando ad un nuovo lavoro con i Gorillaz. Ma nessuno chiude la porta a niente. Questi film non danno l’impressione di essere un addio, anche se lasciano l’impressione di aver saldato i conti in sospeso. Non si salutano mai, ma ci vediamo dopo.