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Bilancio di 18 anni di legge sulla dipendenza: 900.000 persone sono morte in lista d’attesa | Società



La legge sulla dipendenza compie 18 anni con un bilancio di 3,7 milioni di persone servite e 900mila morti mentre crescono le liste d’attesa. Il trattamento di una pratica dura quasi un anno e in quattro comunità il periodo è più lungo, a cui bisogna aggiungere i mesi fino al ricevimento del beneficio o del servizio. Il numero di persone che richiedono il servizio ha conosciuto una crescita sostenuta anno dopo anno, tranne nel periodo dal 2012 al 2014 a causa dei tagli ai finanziamenti e nel 2020, anno della pandemia.

Nel corso del 2024, il numero delle persone con diritto riconosciuto in attesa di cure è diminuito di 24.549 e, secondo il rapporto dell’Osservatorio Dipendenze reso pubblico oggi, di questo passo ci vorrebbero cinque anni per raggiungere la piena assistenza. Ma, in più, quest’anno sono morte 33.096 persone che hanno richiesto il servizio, cioè 91 al giorno e una ogni 16 minuti, come precisa in un comunicato l’Associazione statale dei direttori e gestori dei servizi sociali.

Circa il 3,4% della popolazione spagnola necessita di sostegno per soddisfare i bisogni primari della vita quotidiana. “La lista d’attesa si è ridotta e il numero delle persone servite è aumentato in questi 18 anni, a scapito della riduzione dell’importo delle prestazioni e della scelta di servizi a basso costo”, spiega a EFE José Manuel Ramírez, presidente dell’associazione.

L’associazione ha inoltre sottolineato che, 18 anni dopo, “nonostante i progressi apportati dalla legge”, che considera una delle politiche statali più ampiamente condivise, il suo “potenziale rimane non sviluppato”. “Le procedure burocratiche, le agevolazioni ridicole, unite alla bassa intensità dei servizi e all’impossibilità di compatibilità”, determinano un “sistema a basso costo”, “inefficace nel soddisfare i bisogni delle persone in situazione di dipendenza”, nelle dichiarazioni raccolte da Servimedia.

I dati evidenziano che 3.699.078 persone hanno ricevuto assistenza dal Sistema di Assistenza alle Dipendenze in questi anni di esistenza. A 1.644.518 è stato riconosciuto lo stato di dipendenza nel 2024, mentre 291.649 persone rimarrebbero ancora incustodite, a cui si aggiungono le 131.083 che sono in attesa di prestazioni, le 136.954 in attesa di accertamento e le 23.612 che hanno un PIA (Piano di Assistenza) approvato, ma non ancora in vigore.

Delle 900.000 persone che sono morte dall’entrata in vigore della legge in attesa della concessione degli aiuti, 318.000 erano in attesa del riconoscimento del titolo di studio e 541.000 erano in attesa di ricevere un servizio e/o beneficio a cui avevano diritto.

Il tempo di elaborazione di una pratica di dipendenza è di quasi un anno (330 giorni), anche se in quattro comunità autonome (Isole Canarie, Andalusia, Murcia e Galizia) il periodo è più lungo. Per quanto riguarda i finanziamenti, negli ultimi tre anni il contributo dell’Amministrazione Generale dello Stato è aumentato con il piano shock, ma l’obiettivo di perequare al 50% il finanziamento tra Stato e comunità autonome non è stato ancora raggiunto. Allo stesso tempo si è ridotta la spesa per persona servita: mentre nel 2010 era di 8.145 euro, nel 2024 è di 5.982, il 26,6% in meno) nonostante l’aumento dei costi.

La spesa media per persona “potenzialmente dipendente” in Spagna è di 1.378 euro, con La Rioja in testa agli investimenti (1.825 euro) e Castilla-La Mancha (1.702,52 euro), mentre le comunità che investono meno sono la Galizia (848,32 euro). . Il rapporto indica inoltre che il 41,7% degli investimenti nella dipendenza ritorna nelle casse pubbliche attraverso i contributi di previdenza sociale, imposta sul reddito delle persone fisiche o IVA, e che nel 2024 saranno più di 3.550 milioni.



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Luca

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