Barroso non è d’accordo sul giudizio sui social network nella STF, Mendonça chiede una revisione e la conclusione è prevista nel 2025
Secondo il presidente della Corte Suprema, l’articolo 19 del quadro normativo sui diritti civili di Internet è oggi insufficiente, ma deve essere mantenuto in caso di reati e delitti contro l’onore.
Il presidente del Tribunale federale (STF), Luis Roberto Barrosoha espresso il suo parere sulla normativa attuale che regola la responsabilità dei social network. Afferma che la norma attuale è solo parzialmente incostituzionale e che l’articolo 19 del Marco Civil da Internet, sancito nel 2014, non risponde pienamente alle esigenze del contesto attuale. Tuttavia Barroso difende il mantenimento di questo articolo per le situazioni che implicano delitti e delitti contro l’onore. L’articolo 19 stabilisce che le piattaforme possono essere ritenute civilmente responsabili solo dopo aver mancato di rispettare un ordine del tribunale di rimuovere i contenuti.
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“L’allontanamento in caso di delitti e delitti contro l’onore non può avvenire senza una decisione giudiziaria. Anche se si presume che rappresentino reati di ingiuria, calunnia o diffamazione, devono restare soggetti all’articolo 19 sotto pena di violazione della libertà di espressione. Stiamo parlando di responsabilità della piattaforma. Ovviamente non da parte dell’autore dell’insulto”, ha detto il ministro. Inoltre, il presidente della STF si è espresso contro la responsabilità oggettiva delle piattaforme, suggerendo un approccio più equilibrato per quanto riguarda la penalizzazione delle aziende per i post dei loro utenti.
Ha sottolineato l’urgenza di stabilire nuovi criteri di controllo sulle reti sociali, evidenziando la necessità di combattere pratiche illecite e pericolose, come la diffusione di disinformazione e l’incitamento all’odio. Il processo in corso all’STF sul Marco Civile da Internet sta generando accesi dibattiti. Barroso ha proposto di creare un “dovere di diligenza” per le piattaforme, invece di richiedere un monitoraggio attivo di tutti i contenuti. Al contrario, il ministro I giorni di Toffoli ha sostenuto che i social network dovrebbero essere ritenuti responsabili indipendentemente da una precedente decisione del tribunale.
*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale
Pubblicato da Fernando Dias