Barroso e Moraes seguono la decisione di Dino sugli emendamenti – 02/12/2024 – Power
O STF (Corte suprema federale) ha iniziato l’analisi questo lunedì (2) la decisione del ministro Flavio Dino Che cosa ha approvato la ripresa del pagamento emendamenti parlamentarima impone avvertenze. Dopo 10 minuti di sessione, Alessandro di Moraes e il presidente Luis Roberto Barroso hanno già sostenuto la posizione del relatore.
Il processo si svolge in sessione plenaria virtuale a partire dalle 18 e prosegue fino alle 23,59 di martedì (3). Il tema è stato causa di crisi tra le Potenze negli ultimi mesi.
In mattinata Dino ha autorizzato la ripresa criticando aspramente il modello. “Non c’è mai stato un tale disordine istituzionale con così tanti soldi pubblici in così pochi anni.”
Il ministro ha precisato che le relazioni effettuate dal CGU (Controllore generale dell’Unione) mettono in chiaro che i requisiti costituzionali di trasparenza e tracciabilità vengono violati, in modo “palesemente incostituzionale”, con miliardi di reais “che si moltiplicano su scala geometrica”.
“Le relazioni che ora costituiscono prova del fascicolo confermano che la predisposizione e l’esecuzione di una quota rilevante del bilancio pubblico avviene con la naturalizzazione dello scostamento dagli indirizzi normativi, sulla base di un meccanismo palesemente incostituzionale, istituito soprattutto a partire dall’anno 2019, quando i miliardi di reais stanziati dal Congresso Nazionale si moltiplicavano su scala geometrica, contemporaneamente alla mancanza di controllo e all’opacità, situazione che si estende all’attuale Legislatura.”
Nella decisione di 65 pagine, il ministro scrive anche che, considerato questo scenario, non è eccessivo sottolineare che esistono quattro modelli al mondo: il presidenzialismo, il parlamentarismo, il semipresidenzialismo e quello del “Brasile, con un modello assolutamente unico” sistema di governo in concerto delle nazioni.”
Dino ha inoltre deciso che il monitoraggio delle modifiche, oggetto del procedimento in corso nella sua relazione, si estenderà all’esercizio 2025, “con lo svolgimento periodico di udienze di contestualizzazione e di conciliazione, nonché di nuove verifiche, quando necessarie”.
Il giudice ha formulato dure osservazioni in merito Risposta del Congresso agli emendamenti della commissione – che sono stati rafforzati con la fine degli emendamenti del relatore, nel 2022. La settimana scorsa, la Camera e Senato ribadisce che non sarà possibile individuare i padrini delle nomine perché le decisioni sono “collegiali”.
Nella decisione di lunedì Dino ha stabilito le regole per la ripresa di ciascuno degli emendamenti (individuale, “Pix”, tribunale statale e commissione). Gli emendamenti dei relatori degli anni precedenti e gli emendamenti delle commissioni, ad esempio, dovrebbero essere pagati dall’esecutivo solo se è indicato il nome dello sponsor.
Dino ha inoltre condizionato il pagamento degli emendamenti “Pix” alla presentazione di un piano di lavoro, una sorta di emendamento (tecnicamente detto bonifico speciale) a disposizione di ciascuno dei deputati e che cadeva direttamente nelle casse del Comune senza alcuna indicazione su come il bisognerebbe usare i soldi.