Mettendo il veto su alcune sezioni del disegno di legge che stabilisce il quadro normativo per i parchi eolici offshore (in mare aperto), il presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT) ha sostenuto che questi emendamenti avrebbero il potenziale per aumentare le tariffe energetiche pagate dai consumatori brasiliani e aumentare il consumo dei combustibili fossili, contrariamente agli impegni internazionali assunti dal Paese per combattere il cambiamento climatico.
La sanzione del progetto, con i veti, è stata pubblicata venerdì sera (10) in un’edizione straordinaria della Gazzetta ufficiale dell’Unione (DOU).
I veti sono stati apportati dopo aver consultato i ministeri delle Finanze, dello Sviluppo, delle Miniere e dell’Energia, della Giustizia e dell’Ambiente, secondo la Presidenza della Repubblica.
Su tre articoli del testo, considerati “jabutis” – estratti estranei al tema principale del progetto – è stato posto il veto.
Tra le principali ragioni addotte figura il potenziale aumento delle tariffe elettriche per i consumatori, sia residenziali che quelli del settore produttivo, e la necessità di investimenti aggiuntivi obbligatori nelle infrastrutture senza costi espliciti.
Alcuni dispositivi inclusi nella proposta hanno favorito, ad esempio, gli impianti termoelettrici a carbone e gas naturale. Quindi un punto sollevato dal governo sarebbe quello del maggiore utilizzo di fonti fossili.
Secondo la Presidenza, ciò non sarebbe compatibile con “gli impegni internazionali assunti dal Paese o con le politiche pubbliche volte alla transizione energetica, alla mitigazione del cambiamento climatico e alla decarbonizzazione della matrice energetica brasiliana”.
Una delle giustificazioni esposte da Lula è legata al veto sulla proroga dei contratti di cui beneficia Proinfa, un programma creato nel 2002 per incentivare la produzione di energia rinnovabile, come l’eolico e i piccoli impianti idroelettrici (PCH).
A quel tempo, la produzione di elettricità dal vento era agli inizi e necessitava di stimoli per espandersi. Nel corso del tempo, tuttavia, la tecnologia eolica è diventata più economica ed è diventata più competitiva rispetto ad altre fonti.
Pertanto, gli enti del settore elettrico hanno sottolineato che la proroga dei contratti Proinfa ha creato un onere inutile per i consumatori di energia.
“Nonostante le buone intenzioni del legislatore, le disposizioni vanno contro l’interesse pubblico, ritenendo che la modifica dei criteri di proroga dei contratti Proinfa aumenterebbe le agevolazioni erogabili dal Programma e provocherebbe ulteriori impatti sulle tariffe elettriche al consumo. sia nel settore residenziale che in quello produttivo, con effetti negativi sugli indici dei prezzi e sulla competitività del settore produttivo nazionale”, ha sottolineato il presidente.
“Inoltre, in relazione all’art. 24, il dispositivo va contro l’interesse pubblico revocando la norma che condiziona la proroga dei progetti Proinfa all’accettazione dell’Indice Ampio Nazionale dei Prezzi al Consumo – IPCA come indice correttivo di tali contratti, dal 2020 al 2021, in sostituzione dell’Indice Generale dei Prezzi – Mercato – IGP-M. La proposta comporterebbe incertezza giuridica derivante dalla modifica dei termini concordati tra le parti”.
È stato posto il veto anche sulla disposizione che prorogava il termine per l’avvio dell’iniezione di energia da parte degli agenti di microgenerazione e minigenerazione distribuita (MMGD), che installano parchi fotovoltaici e dipendono dalla connessione al sistema interconnesso.
Il governo ritiene che il testo, così come approvato dal Congresso nazionale, potrebbe incidere anche sulla bolletta elettrica, “con effetti negativi sugli indici dei prezzi e sulla competitività del settore produttivo nazionale”.
“Inoltre, la proposta, ampliando i benefici agli agenti MMGD, potrebbe avere un impatto sugli investimenti per l’espansione delle infrastrutture del sistema elettrico brasiliano”, ha aggiunto.