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Angelina Jolie salva l’eredità di Maria Callas con una performance intensa


Tra glorie e ombre, l’attrice offre un ritratto vulnerabile e viscerale di Maria Callas, in un dramma che divide le opinioni sulla sua profondità emotiva

DivulgazioneAngelina Jolie incarna Maria Callas in un ritratto di grande impatto che esplora i dilemmi interiori della diva dell’opera nei suoi ultimi anni

Il film biografico Maria Callasprotagonista Angelina Jolie e diretto da Pablo Larraín, arriva nei cinema brasiliani con la promessa di un tuffo intimo negli ultimi giorni dell’iconico cantante greco-americano. Ma il regista è riuscito a catturare tutta l’essenza della Callas? Conclude la sua trilogia sulle figure femminili iconiche con Maria Callas, un film che si presenta come un omaggio alla diva dell’opera per eccellenza, ma che finisce per confinare la sua protagonista in un labirinto di cliché e decisioni narrative che prosciugano la forza della sua storia. Con Angelina Jolie nel ruolo della protagonista, il film offre più stile che sostanza, un lapsus che trasforma la biografia di una donna straordinaria in un esercizio di autoindulgenza cinematografica.

Larraín, noto per avvicinarsi a personalità come Jackie Kennedy e la principessa Diana da prospettive insolite, cerca di replicare qui ciò che ha funzionato in Jackie e Spencer. Ma laddove quei film osavano con il disagio psicologico e la frammentazione narrativa per rivelare l’essenza dei loro protagonisti, Callas inciampa nella propria pretesa di profondità.

Ambientato a Parigi nel 1977, il film sfugge al glamour del palcoscenico e si concentra sui giorni solitari della Callas, quando la sua carriera era già stata cancellata dai riflettori. Il cantante, segnato dalla fragilità fisica ed emotiva, vive in una magione che sembra una prigione dorata, alle prese con la solitudine e i fantasmi di un passato glorioso.

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Angelina Jolie è la più grande risorsa del film. L’attrice offre una performance che rasenta la trasformazione: la sua presenza sul palco porta con sé tutta l’intensità emotiva richiesta dal personaggio, esplorando un delicato equilibrio tra eleganza e fragilità. La sua preparazione è stata approfondita: Jolie ha trascorso sette mesi ad allenarsi nel canto lirico per avvicinarsi all’universo della Callas. E anche se in realtà non canta, il suo linguaggio del corpo e le sfumature della sua performance catturano l’anima di una donna che ha vissuto attraverso la musica.

Nemmeno la genialità di Angelina Jolie può dissipare i limiti imposti da una sceneggiatura che si limita a esplorare i conflitti interni e la decadenza di Maria Callas. La trama, frammentata da brevi flashback e momenti di delirio indotti dai farmaci, si basa su una narrazione non lineare che disorienta anziché arricchire la comprensione del protagonista. Relegando in secondo piano aspetti fondamentali della sua grandezza artistica, il film delude sia gli ammiratori che volevano rivivere i trionfi della Callas sul palco, sia gli spettatori meno familiari con la sua carriera, che si perdono in un approccio dispersivo.

La cinematografia di Ed Lachman è uno spettacolo in sé, catturando Parigi con una malinconia che parla dell’isolamento del protagonista. I costumi e la direzione artistica elevano l’estetica del film, anche quando la trama inciampa nella sua mancanza di scopo. Un altro punto forte è la colonna sonora, che onora l’eredità musicale di Callas con esecuzioni di arie iconiche. La musica funge da ponte tra lo spettatore e l’universo di una delle più grandi dive dell’opera. Tuttavia, la regia di Larraín, con il suo approccio freddo e contemplativo, potrebbe allontanare coloro che si aspettano un film più caldo ed emotivamente coinvolgente.

Il film esplora anche la controversa relazione della Callas con Aristotele Onassis, evidenziando il dolore e le conseguenze di questa relazione travagliata. Per quanto queste scelte narrative siano in linea con la proposta del regista, che cerca di svelare la donna dietro il mito, l’assenza di un ritratto più completo dell’artista lascia una sensazione di vuoto.

Alla fine, Maria Callas è un film che offre molte più domande che risposte su chi fosse questa straordinaria artista. Quella che avrebbe potuto essere una grande celebrazione di uno dei più grandi artisti del XX secolo è in realtà un ritratto sbiadito e privo di passione. Nonostante il suo approccio freddo e talvolta distante, l’interpretazione di Angelina Jolie fa sì che, almeno per due ore, il pubblico possa percepire l’intensità di una vita vissuta tra glorie e ombre.





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