Il regime di Bashar al-Assad in Siria non è mai stato così vulnerabile dai tempi della Primavera Araba, e potrebbe addirittura perdere il controllo del Paese. Questa la valutazione dell’analista di CNN International, Fernanda Magnotta, che è intervenuta sull’argomento nel corso dell’intervista CNN 360º.
L’analista evidenzia la complessità del conflitto siriano e le sue implicazioni geopolitiche.
Secondo Magnotta, nonostante fosse rimasto fuori dai radar brasiliani per diverso tempo, il conflitto in Siria non è mai finito. “È una guerra civile che va avanti da almeno più di un decennio”, dice l’esperto, ricordando che la situazione attuale è una conseguenza della Primavera Araba, quando diversi paesi hanno dovuto affrontare rivolte contro i governi costituiti.
Gli scacchi geopolitici della Siria
L’analista sottolinea che il conflitto siriano coinvolge interessi specifici delle potenze globali e regionali. Gli Stati Uniti sostengono le milizie anti-Assad, mentre la Russia è il principale alleato del governo siriano. Inoltre, sono coinvolti anche attori regionali come i curdi iracheni e lo stesso Iraq, il che rende la situazione ancora più complessa.
Magnotta sottolinea che la Russia, principale sostenitrice di Assad dal 2011, deve affrontare sfide su più fronti. Oltre alla guerra in Ucraina, il Paese sta affrontando le tensioni in Georgia, che potrebbero compromettere la sua capacità di sostenere il regime siriano.
Incertezze sulla scena internazionale
Il possibile ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti aggiunge un ulteriore livello di incertezza allo scenario. Magnotta ricorda che, nel suo precedente mandato, Trump aveva adottato un atteggiamento più indulgente nei confronti di alcuni interessi russi nella regione, concentrandosi sulla lotta allo Stato Islamico.
“Non sappiamo oggi, a tanti anni di distanza e con il mondo evidentemente molto trasformato, quale sarà la condotta di Trump nel caso specifico della Siria e se presterà davvero attenzione a questa questione”, riflette l’analista.
Considerato questo scenario, Magnotta conclude che l’indebolimento del regime di Assad rappresenterebbe una grande sfida per la Russia, soprattutto considerando gli altri conflitti in cui è coinvolto il Paese e le incertezze riguardanti la posizione degli Stati Uniti nella regione.