All’unanimità, STF ribalta la decisione della Camera e mantiene una causa contro la filiale
Il voto di Cármen Lúcia questo sabato (10) ha concluso il processo nella prima classe della STF; Il vice risponderà per tre dei cinque crimini di cui è stato accusato
La prima classe del Supreme Federal Court (STF) ha deciso all’unanimità di mantenere l’azione penale contro il vice Alexandre Ramagem (PL-RJ) da tre dei cinque crimini per i quali è accusato nelle indagini indagando su un tentativo di colpo di stato. La decisione, consolidata sabato (10) con il voto del ministro Cármen Lúcia, ha parzialmente rovesciato la risoluzione della Camera dei rappresentanti che avevano determinato il blocco totale del processo.
Con la comprensione della Corte Suprema, Ramagem continuerà ad essere responsabile dei crimini di tentato violenta abolizione dello stato di diritto democratico, tentato colpo di stato e criminale. D’altra parte, i crimini di danno qualificato e deterioramento delle attività quotate – relative agli atti dell’8 gennaio – sono sospesi fino alla fine del loro mandato parlamentare, come previsto dalla costituzione per i crimini commessi dopo il diploma.
La costituzione afferma che, nel caso dei crimini commessi dai deputati dopo il diploma, la Camera può decidere se il procedimento penale continua o è sospeso fino alla fine del mandato. Nel caso della filiale, tuttavia, la Corte Suprema ha capito che la decisione della camera ha estrapolato questo limite cercando di sospendere i crimini commessi davanti al diploma e a favore di altri investigatori.
La risoluzione approvata dalla Camera, con 315 voti a favore e 143 contrari, ha determinato l’intera serratura dell’azione penale contro la filiale e ha aperto lacune a beneficio di altri imputati. Il supremo, tuttavia, ha concluso che l’immunità parlamentare è un diritto individuale e non può essere estesa ai corridoi o ai crimini che si sono verificati prima dell’inaugurazione.
Nel suo voto, Cármen Lúcia ha dichiarato che l’interpretazione della camera avrebbe “svuotato una delle funzioni di base dello stato di diritto” e “privileverebbe la persona senza salvaguardare l’integrità del carico pubblico e l’onorabilità repubblicana dell’istituzione che ha integrato”. Il relatore del caso, il ministro Alexandre de Moraes, ha anche sottolineato che l’immunità parlamentare non si applica a terzi o crimini commessi prima del diploma.
Con la decisione, il deputato – che era direttore dell’agenzia di intelligence brasiliana (ABIN) – rimane imputato per gravi crimini legati al tentativo di colpo di stato e rimane sotto inchiesta nel supremo. La sospensione degli altri due crimini sarà valida solo finché esercita il mandato e il procedimento può essere ripreso alla fine della posizione parlamentare.
Oltre alla ramificazione, l’indagine raggiunge altri leader politici, tra cui l’ex presidente Jair Bolsonaro, sottolineato dall’ufficio del procuratore generale come membri di un nucleo che avrebbe agito per destabilizzare le istituzioni democratiche e cercare di invertire l’esito delle elezioni. La decisione della STF ribadisce la comprensione della Corte che l’immunità parlamentare non può essere utilizzata come meccanismo di protezione per gli atti illeciti praticati al di fuori dei limiti costituzionali.
*Rapporto prodotto con l’aiuto di AI