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Alla STF cinque ministri votano per mantenere Robinho in carcere


Cinque ministri del Tribunale federale (STF) hanno votato a favore della detenzione in carcere dell’ex giocatore Robinho. Dato che la Corte è composta da 11 magistrati, al processo manca un voto per raggiungere la maggioranza a favore del mantenimento della prigione. Finora solo un ministro ha votato per il rilascio dell’ex atleta.

Robinho è detenuto da marzo nel penitenziario di Tremembé, nell’entroterra di San Paolo, dove sta scontando una pena per stupro. Il processo virtuale è iniziato giovedì scorso (15) e i ministri hanno tempo fino al 26 per registrare il proprio voto.

In questo formato di prova, non c’è dibattito tra i ministri. Presentano i loro voti in forma scritta in un sistema giudiziario elettronico.

L’ultima a votare, sabato mattina (16), è stata la ministra Cármen Lúcia. Nel suo voto, la giudice ha affrontato il tema dell’impunità nei casi di crimini contro le donne.

“Le donne di tutto il mondo sono sottoposte a crimini come quello qui discusso, che causano rimostranze di innegabile intensità a chi ne è la vittima diretta, ma anche indiretta, che è ciascuna donna nel mondo, in una cultura che appare ancora vergognosamente presente, una violazione della dignità di tutti. L’impunità per la pratica di questi crimini è più di una semplice negligenza, è un incentivo permanente per la continuazione di questo stato di cose di disumanità e cinismo, instaurato contro tutte le donne in tutti gli angoli del pianeta, nonostante l’imposizione di norme legali che rispettano il diritto ad una vita degna di ogni essere umano”, si legge nel voto del ministro.

Oltre a Cármen Lúcia e al relatore del caso, Luiz Fux, i ministri Edson Fachin, Luís Roberto Barroso e Cristiano Zanin hanno votato a favore del mantenimento del carcere. L’unico a votare per l’uscita dell’ex giocatore è stato il ministro Gilmar Mendes.

La difesa di Robinho sostiene che la Corte Superiore di Giustizia (STJ) non ha l’autorità per autorizzare l’arresto immediato dell’ex giocatore. Essa sostiene inoltre che la Costituzione federale stabilisce la competenza del STJ a trattare e giudicare l’approvazione delle sentenze straniere.

Nel suo voto a favore del mantenimento della prigione, il relatore Luiz Fux ha confutato la tesi della difesa: “Considerando le motivazioni esposte durante questo voto, non vi è alcuna prova di una violazione, da parte della Corte Superiore di Giustizia, delle norme costituzionali, giuridiche o dei trattati internazionali, caratterizzano la coercizione illegale o la violenza contro la libertà di movimento del paziente, né una violazione delle norme di giurisdizione”.

Fux ha aggiunto che, determinando l’inizio della pena di Robinho, pronunciata dal tribunale italiano, la STJ “ha rispettato la Costituzione e le leggi brasiliane, gli accordi firmati dal Brasile in materia di cooperazione internazionale e le norme che regolano la materia, con particolare attenzione al fatto che il paziente ha risposto al processo debitamente assistito da un avvocato di sua fiducia ed è stato condannato in via definitiva a una pena di 9 anni di carcere per il reato di stupro – che, in Brasile, rientra nell’elenco dei crimini atroci”.

Gilmar Mendes, però, che ha votato a favore della scarcerazione dell’ex atleta, ha dichiarato nel suo voto che lo strumento giuridico che ha consentito il trasferimento dell’esecuzione della pena di Robinho dall’Italia al Brasile non può essere utilizzato nel caso di Robinho.

“La non incidenza da parte dell’istituzione di trasferire l’esecuzione della pena nel tipo deciso non genera alcuna impunità, poiché nulla impedisce alla legge brasiliana di realizzare l’imputazione effettuata in Italia contro il paziente”, ha affermato Gilmar.

I ministri Dias Toffoli, Alexandre de Moraes, Nunes Marques, André Mendonça e Flávio Dino non hanno ancora registrato i loro voti.

Ricorda il caso

L’ex giocatore è stato condannato a nove anni di carcere per lo stupro di una donna albanese in una discoteca di Milano, commesso nel 2013. La sentenza definitiva è arrivata nove anni dopo, nel gennaio 2022, dalla massima istanza della giustizia italiana.

La richiesta di approvazione della sentenza italiana è stata avanzata perché il Brasile non estrada i suoi cittadini per scontare pene all’estero.

L’analisi della richiesta di approvazione è stata effettuata dal Tribunale Speciale dell’STJ, un collegio formato dai quindici ministri con la più lunga esperienza presso il tribunale.

L’STJ non ha riprocessato Robinho per il reato di stupro. L’analisi della ratifica della sentenza ha valutato se la decisione straniera soddisfaceva i requisiti stabiliti dalla legislazione brasiliana e se erano state rispettate le norme procedurali appropriate, come ad esempio essere stata emessa da un’autorità competente.

L’ex giocatore della nazionale brasiliana è detenuto dal 22 marzo, nel penitenziario 2 di Tremembé, nell’interno di San Paolo.



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Luca

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