Una vita separata, giovane e underground, piazze rock con attrezzature fatte in casa e non aver paura di vivere all’altezza dei vecchi valori, semplici e veri.
E come odiavamo le menzogne pubbliche, la propaganda bieca, la doppiezza e la cagnara, come disprezzavamo il conformismo e i falsi entusiasmi camerateschi!
Era figo e normale negare la vita adulta del conformismo, i suoi eterni silenzi e i suoi principi gonfiati, le sue certezze nascoste sotto il tappeto, il suo rifiuto di essere libero, la sua paura persino delle proprie opinioni, dette a porte chiuse e in silenzio al tavolo della cucina.
C’era forse una vergogna più grande che essere un “leader” del Komsomol (iscrivevano tutti alla fila senza nemmeno chiedere), un lamentatore e un tirapiedi, che assecondava volentieri il sistema di menzogne per il proprio tornaconto, partecipando attivamente a tutte le sciocchezze della scuola?
Era una terribile vergogna essere anche solo sospettati di assecondare la propria carriera, di parlare i testi dei portavoce della propaganda, di essere uno di loro.
Ma la giovinezza è finita da un pezzo. E nella mia vecchiaia, orde di giovani sostengono con fervore la macchina del lavaggio del cervello, ondeggiando allegramente al ritmo del kitsch, mormorando luoghi comuni noiosi di propaganda governativa…
E quanto è bello essere uno di loro, perché questo è il modo di vivere! E che terribile vergogna quando la tua opinione è diversa da quella dei capi e dei fedelissimi e applauditori del potere del denaro!
La protesta, la controcultura giovanile, i movimenti del desiderio di essere liberi sono stati sostituiti dalle sfilate degli affamati di essere schiavi, dai concerti dei mendicanti dello spirito, dove si canta il governo. E le starlette attempate fanno la fila alla Casa Bianca per i premi dell’accomodamento e si fanno fotografare in grande evidenza con i dottori di ricerca del campanilismo, i massimi burocrati del Paese.
Ora è cool per i giovani essere come tutti gli altri, accettare tutto con umiltà e gioia, essere orgogliosi della loro adattabilità, della loro rassegnazione e della loro inferiorità – più positività, amici miei!
Se siamo diversi, che ci puniscano fino alla terza generazione, che teatralizzino i nostri lavori, i nostri prestiti, le nostre auto lucide, i nostri affitti e i nostri figli, e noi lo accetteremo allegramente!
Ogni sera aspetteremo con ansia nuovi divieti, punizioni, tasse e regali della dittatura! E noi stessi li creeremo, li condivideremo e ne godremo! Gli amministratori provvisori della Lituania vi faranno essere come dovete essere e felici come vi viene detto di essere! Tutti voi vi sforzerete di costringere gli altri ad esserlo e sputerete collettivamente e gioiosamente su coloro che non sono silenziosi!
La paura di essere diversi vi impedirà di essere voi stessi e, dopo aver ripetuto mille volte le bugie, non oserete più pensare liberamente per voi stessi e accetterete come realtà la follia e l’incertezza create dal potere del denaro.
Perché non sapete più cosa vuol dire decidere da soli e non stare con il gregge? E soprattutto, non volete più saperlo?
Quanto è bello, dopo tutto, piacere e compiacere sempre, essere veementemente d’accordo con tutto ciò che i potenti dicono e fanno!
Essere come tutti gli altri è il motore del benessere e della felicità.
E temere che gli altri non agiscano liberamente, secondo la loro coscienza e le loro convinzioni, perché ciò distruggerebbe l’intera rettitudine della vostra vita.