“Beyond the summit” è il brand che Alejandro Valverde vuole associare al suo nome, un viaggio che, al di là del marketing, si traduce in due contratti che l’ex ciclista negozia parallelamente. Uno è assumere e proseguire con l’incarico di ambasciatore dell’Abarca, la società di Eusebio Unzue che gestisce la squadra Movistar, la squadra degli ultimi 12 anni di carriera del campione del mondo 2018. La seconda è quella che lo renderà allenatore della Nazionale i prossimi quattro anni, fino alla scadenza del mandato del presidente della federazione, José Vicioso, nell’autunno del 2028. Entrambi, secondo fonti dei tre partiti, si trovano nella cosiddetta fase del frange, molto vicine alla chiusura.
Molto più avanzata la trattativa con Unzue, che il quattro volte vincitore della Liegi conosce da tutta la vita e al quale ha sempre chiesto maggiore specificità sui compiti da svolgere. Si tratterà probabilmente di fissare alcuni giorni all’anno in cui Valverde sarà l’uomo immagine dei diversi sponsor della squadra, delle biciclette, dell’abbigliamento, delle selle, dei caschi…
Sembra più lungo e arduo il processo per raggiungere un accordo con la federazione spagnola, entità che, lo riconosce, non è abituata a negoziare i contratti dei suoi selezionatori con i dirigenti. I precedenti in carica – Pascual Momparler, Javier Mínguez, José Luis de Santos, Paco Antequera… – erano più uomini di casa o amici dei presidenti. Con Vicioso, presidente della federazione da novembre, successore di José Luis López Cerrón, il profilo desiderato è cambiato. Vicioso era alla ricerca di una figura da allenatore ed è stato protagonista di un tumulto mediatico, parlando contemporaneamente con Óscar Freire e Valverde della possibilità di occupare l’incarico, per poi affermare che la sua unica opzione era il 44enne di Murcia. Freire si sentì ingannato e ignorato e rese pubblico il suo scarso affetto per Vicioso, che si trovò di fronte a un altro problema: la soluzione del conflitto che significava l’impegno simultaneo di Valverde nei confronti di due datori di lavoro, Abarca e la federazione. Infine, né Unzue né Vicioso hanno sollevato obiezioni alla compatibilità.
Per negoziare con Antonio Sánchez, storico tecnico di Valverde – “né martello né incudine nelle trattative”, è il suo motto –, tenace e realista, Vicioso ha nominato il nuovo consulente legale esterno della federazione, l’avvocato ed ex ciclista José Rodríguez, specializzato in questioni di doping . Nel 2006, in qualità di presidente dell’ACP, il sindacato dei ciclisti, Rodríguez si oppose alle iniziative della federazione e ad ogni possibilità di negoziazione e soluzione per le decine di ciclisti coinvolti nell’Operazione Puerto e partecipò attivamente ad un evento storico, il boicottaggio e la sospensione della stessa campionato spagnolo per protestare contro la pubblicazione su EL PAÍS di informazioni sul più grande complotto antidoping indagato dalla Guardia Civil. Come avvocato, ha poi difeso alcuni dei migliori atleti spagnoli in casi di doping, come Marta Domínguez e lo stesso Alejandro Valverde.