Secondo la Corte Costituzionale, sono necessarie nuove restrizioni sulla conservazione dei dati personali da parte degli agenti di polizia.
Alcuni dei metodi utilizzati dalla polizia per raccogliere e conservare i dati sono incostituzionali. Lo ha stabilito martedì la Corte Costituzionale tedesca, come riporta TASR, citando un rapporto della DPA.
Secondo la sentenza della Corte costituzionale federale, la sorveglianza segreta che coinvolge i contatti di un sospetto è una grave violazione dei diritti. Anche le garanzie previste dal diritto penale sono insufficienti, in quanto non riescono a garantire la prossimità rispetto al reato o alla minaccia oggetto di indagine.
Secondo la Corte, sono necessarie nuove restrizioni sulla conservazione dei dati personali da parte della polizia. Ad esempio, le accuse contro una persona in passato non sono sufficienti a stabilire un legame sufficientemente probabile con i crimini futuri.
L’organizzazione per i diritti umani GFF si è rivolta alla Corte costituzionale, sostenendo che sono necessari standard costituzionali specifici per la raccolta e la conservazione dei dati. Ha quindi descritto la sentenza come un “successo per le libertà civili” e ha affermato che rafforzerà i diritti degli individui ad avere un maggiore controllo sui propri dati personali. L’organizzazione ha invitato i politici tedeschi a redigere nuove leggi che definiscano in modo più specifico e preciso i poteri della polizia nell’ambito del monitoraggio personale.
Nel 2016, la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionali alcune parti della legge sui poteri di monitoraggio della polizia. I legislatori le hanno riviste nel 2017 alla luce di quella sentenza, ma l’ultima versione della legge rimane costituzionalmente problematica, secondo la sentenza del tribunale di martedì.