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Albares chiede di “chiudere l’eccezionalità” del Parlamento europeo, l’unica istituzione europea dove non si può parlare né catalano né basco | Spagna



Il ministro degli Affari Esteri, José Manuel Albares, ha chiesto mercoledì a Bruxelles di porre fine all’”eccezionalità” linguistica del Parlamento europeo, l’unica istituzione dell’UE dove non esiste ancora un accordo amministrativo per poter utilizzare la lingua spagnola. lingue ufficiali, come avviene da anni nella Commissione Europea o nel Consiglio dell’UE.

In mancanza di un riconoscimento ufficiale a livello comunitario per queste lingue, sforzo parallelo avviato anche da Albares l’anno scorso e senza alcun segno di progresso al momento, questi accordi amministrativi permettono ormai da quasi due decenni che, ad esempio, i ministri possano parlare in catalano, galiziano o basco durante gli incontri con i colleghi europei. Il capo della diplomazia spagnola ha incontrato nella capitale belga, dove ha partecipato a un incontro della NATO, la presidente del Parlamento europeo, la conservatrice Roberta Metsola, alla quale ha già inviato diverse lettere chiedendo progressi sulla questione, l’ultima a settembre, anche se finora senza una risposta ufficiale.

Nelle dichiarazioni ai giornalisti dopo l’incontro, durato circa 20 minuti, Albares ha sottolineato che l’uso di lingue come il catalano “non è una questione politica nel senso di una politica partigiana, ma piuttosto una questione di identità nazionale spagnola”. In questo senso si è dichiarato “aperto” a discuterne con gli eurodeputati spagnoli di ogni genere, compresi quelli del Partito Popolare (PP) perché, ha sottolineato, “questa non deve essere vista come la vittoria di alcuni spagnoli su altri , ma di promuovere la nostra identità nazionale multilingue, che è nella nostra Costituzione, che è nelle nostre strade”.

“Non credo che questa debba essere una questione di disputa politica, è una questione della nostra identità nazionale e così la trasmetto al Partito Popolare”, ha insistito Albares, che ha però ammesso che non ci sono anche le scadenze per affrontare la questione. Lo scorso ottobre, Metsola ha chiesto al gruppo di lavoro dell’Ufficio parlamentare sulla lingua e i servizi linguistici dei cittadini di studiare la questione e di presentare un rapporto sulle implicazioni dell’uso di queste lingue coufficiali nella Camera.

L’Ufficio di presidenza, che oltre al presidente del Parlamento europeo è composto da 14 vicepresidenti e cinque questori, è l’organo preposto a determinare le regole per il buon funzionamento del Parlamento ed è suddiviso in diversi gruppi di lavoro. Del gruppo incaricato di analizzare le implicazioni e le conseguenze dell’uso del catalano, del basco e del galiziano nella Camera fanno parte sia il socialista Javi López che il popolare Esteban González Pons, il cui partito ha bloccato tutti i tentativi passati di raggiungere questo accordo. La sua prima riunione dell’attuale legislatura si svolgerà il 10 dicembre, anche se non è nemmeno chiaro se questa relazione figurerà all’ordine del giorno, la cui preparazione richiederà comunque diversi mesi, avvertono fonti vicine a questo tipo di procedure .

Albares ha scollegato il suo incontro con Metsola – previsto per il mese scorso ma che ha dovuto essere annullato a causa dello scandalo di Valencia – con l’incontro di lunedì prossimo, sempre a Bruxelles, dei vertici dello Junts, compreso il ex presidente Carles Puigdemont, per fare il punto sull’accordo che un anno fa ha consentito l’insediamento di Pedro Sánchez e che prevedeva l’affermazione del catalano come lingua ufficiale nell’UE, processo che secondo Albares è ancora in corso a livello del Consiglio dell’UE, ma da allora non ha avuto alcun progresso da mesi.

Introdotto come tema durante la presidenza spagnola dell’Ue, ha subito una pausa all’inizio del 2024, durante la svolta belga, e non è più rientrato nell’agenda del semestre europeo che ormai si sta concludendo e che è rimasto nelle mani dell’Ungheria. Sebbene diversi paesi siano stati riluttanti ad accogliere la richiesta spagnola, temendo che potesse avanzare rivendicazioni simili sul loro territorio, Albares ha respinto che si tratta di un problema di “questa o quella presidenza” e si è dichiarato disposto a mantenere il dibattito “finché se necessario fino al raggiungimento della necessaria unanimità.



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Luca

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