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Accusare i giornalisti di crimini serve a soffocare l’informazione critica, afferma l’UNESCO

I giornalisti vengono perseguiti con accuse quali racket, evasione fiscale e riciclaggio di denaro. Queste tattiche sono diffuse e in aumento in tutte le regioni.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha espresso mercoledì la sua preoccupazione per il fatto che i giornalisti vengono accusati di crimini economici al fine di soffocare le notizie critiche. La TASR riferisce sulla base di un rapporto dell’agenzia di stampa DPA.

L’UNESCO ha basato la sua analisi su 120 casi di presunti crimini finanziari avvenuti tra il 2005 e il 2024, la maggior parte dei quali tra il 2019 e il 2022. In realtà, secondo l’istituzione, il numero totale di persone e pubblicazioni colpite è probabilmente ancora più sottostimato.

Tattica estesa

Le Nazioni Unite, con sede a Parigi, hanno dichiarato che i giornalisti vengono perseguiti con accuse quali racket, evasione fiscale e riciclaggio di denaro. Queste tattiche sono diffuse e in aumento in tutte le regioni, osserva la DPA, ma sono più comunemente segnalate in Europa orientale e Asia centrale.

L’obiettivo è distrarre i giornalisti dal loro lavoro e intimidirli. Il rischio è particolarmente elevato per i reporter che si occupano di corruzione, ha spiegato l’UNESCO. L’organizzazione ha inoltre sottolineato che la repressione dei giornalisti è condotta quasi esclusivamente da agenti statali. Di solito ciò avviene in occasione di campagne elettorali, proteste o grandi eventi internazionali.

L’UNESCO sottolinea che le accuse danneggiano la reputazione dei giornalisti e delle loro pubblicazioni e portano all’autocensura.

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