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A due anni dalla morte di Pelé, il ricordo di una gomitata – 30/12/2024 – Il mondo è una palla


Questa domenica (29) sono trascorsi due anni dalla morte del miglior giocatore che il calcio abbia mai avuto: Edson Arantes do Nascimento, noto come Pelé.

Quasi 1.300 gol in carriera, tre Mondiali vinti, Atleta del 20° secolo, una delle personalità più conosciute del pianeta. Manca, oggi e sempre, il Re del Calcio.

Con il ricordo di Pelé e l’avvicinarsi della fine dell’anno, ho deciso di verificare quali personaggi importanti del calcio sono morti nel 2024.

I più famosi, all’inizio di gennaio, Mario Jorge Lobo Zagallo e il tedesco Franz Beckenbauer. Nello stesso mese arriva Gigi Riva, attaccante dell’Italia ai Mondiali del 1970 in Messico.

A febbraio, in Italia, Andreas Brehme, autore del gol che regalò alla Germania il titolo mondiale nel 1990. Più avanti, a maggio, il tecnico argentino César Luis Menotti.

Se ne sono andati anche i giocatori che hanno raggiunto la squadra brasiliana, idoli nei loro club: Amaral (difensore, Guarani), Dudu (centrocampista, Palmeiras, zio di Dorival Júnior, attuale allenatore della squadra brasiliana) e Adílio (centrocampista, Flamengo).

Tutte queste morti, questo Foglio riportato. Ne mancava uno, che ritengo rilevante.

In realtà, non solo Foglioma, da quello che ho scoperto, nessun grande mezzo di informazione, nazionale o straniero (ad eccezione dei giornali uruguaiani El País e El Observador), ha riportato la morte di Dagoberto Fontes, un giorno prima di quella di Menotti.

Il lettore più giovane e/o meno esperto di calcio si chiederà: ma chi è questo ragazzo? Quanto è rilevante per lo sport?

L’uruguaiano Dagoberto Fontes non è stato un grande giocatore e, a fredda analisi, non merita molta attenzione nelle enciclopedie del calcio.

Ma ha avuto un minuto di fama notevole, essendo stato protagonista, insieme a Pelé, di un’azione famosa nella storia dei Mondiali, nel 1970, il Mondiale in cui la squadra brasiliana vinse la tripletta.

Nella semifinale di Guadalajara, una partita nervosa e durissima tra Brasile e Uruguay, a un certo punto il centrocampista ha pestato Pelé, che stava cadendo.

Questo, però, non fu il suo momento di fama. Dopo un po’, il Re rispose, “marcando” il suo avversario. Il numero 10 avanza sulla sinistra del campo dello stadio Jalisco. Notò che la persona che lo accompagnava era il numero 15 di Celeste.

Vicino all’area di rigore uruguaiana, Dagoberto Fontes si è allineato con Pelé. Entrambi in velocità, Pelé, meticolosamente, alzò il braccio destro, all’altezza della testa, e fece un movimento improvviso all’indietro, sferrando una gomitata molto forte al volto del marcatore.

I due sono crollati sul prato. È stata un’infrazione per l’espulsione di Pelé. Tuttavia, l’arbitro spagnolo Jose Maria Ortiz de Mendibil, grottescamente, ha assegnato un fallo a Dagoberto Fontes sul Re. Non ha visto l’attacco, o ha fatto finta di non averlo visto.

Con Pelé illeso, il Brasile vinse 3-1, passò alla finale e batté l’Italia 4-1. L’Uruguay finì al quarto posto, perdendo l’ultima partita 1-0 contro la Germania Ovest.

Dagoberto Fontes, che a proposito della memorabile gomitata del 2020 disse che “il mio occhio finì dietro la testa”, è morto all’età di 80 anni, a Maldonado, la città in cui era nato, per cause sconosciute.


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Luca

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