L’esperto insegna come bilanciare il consumo di proteine per evitare malattie cardiache
Una dieta proteica in eccesso può avere un impatto negativo sulla salute cardiovascolare, sollevando interrogativi sugli attuali modelli di consumo. Lo affermano i ricercatori dell’Università di Pittsburgh in uno studio pubblicato sulla rivista Metabolismo della naturahanno scoperto che le diete con più del 22% di proteine sono fortemente legate ad un aumento del rischio di aterosclerosi, un fattore determinante delle malattie cardiache.
Raquel Siqueira, professoressa di Nutrizione alla Faculdade Anhanguera, mette in guardia sugli effetti negativi di un consumo eccessivo di proteine, soprattutto di origine animale ricca di grassi saturi e colesterolo. “L’accumulo di placca grasso nelle arterie aumenta il rischio di malattie cardiache, come l’aterosclerosi, l’ipertensione e la malattia coronarica. Si raccomanda di privilegiare le fonti proteiche magre e di mantenere una dieta equilibrata per preservare la salute cardiovascolare, soprattutto tra gli anziani”, spiega.
Quantità ideale di proteine da consumare
Determinare la quantità ideale di proteine per promuovere la salute del cuore è una questione complessa e multifattoriale, che tiene conto non solo della salute cardiovascolare, ma anche di altri aspetti dello stile di vita dell’individuo.
“Per gli adulti sani, le linee guida dietetiche generalmente raccomandano un apporto proteico compreso tra il 10% e il 35% delle calorie totali consumate quotidianamente. Tuttavia, è importante sottolineare che questa gamma è ampia e può essere adattata in base alle esigenze individuali e agli obiettivi di salute”, spiega Raquel Siqueira.
Benefici delle proteine vegetali
Il tipo di proteine consumate è fondamentale per la salute cardiovascolare. Il professore sottolinea che le proteine di origine animale, soprattutto quelle presenti nelle carni grasse e nei latticini grassi, tendono ad aumentare i livelli di colesterolo LDL e la pressione sanguigna, contribuendo all’aterosclerosi e alle malattie cardiache. D’altra parte, le proteine vegetali sono prive di colesterolo e possono aiutare a ridurlo pressione sanguigna grazie al suo contenuto di fibre e antiossidanti.
“Inoltre, le diete ricche di proteine vegetali sono associate a una riduzione dell’infiammazione e a un miglioramento della funzione endoteliale, importanti per la salute cardiovascolare. Scegliere le proteine vegetali può portare benefici alla salute del cuore, ma bilanciare la dieta è essenziale per promuovere una buona salute cardiovascolare”, spiega.
Cibi che fanno bene al cuore
Pensare a favorire l’equilibrio tra proteine e alimenti in modo da ridurre al minimo i rischi salute cardiovascolareRaquel Siqueira elenca alcuni alleati in questo processo. Controlla!
1. Pesci
Salmone, tonno, sardine e trota sono ottime fonti di proteine magre, oltre ad essere ricchi di acidi grassi omega 3, benefici per la salute cardiovascolare.
2. Ave
Pollo e tacchino sono opzioni proteiche magre, purché preparati senza pelle e cotti in modo sano.
3. Legumi
Fagioli, lenticchie, ceci e piselli sono fonti di proteine vegetali che forniscono anche fibre, vitamine e minerali, contribuendo alla salute cardiovascolare.
4. Latticini a basso contenuto di grassi
Latte scremato, yogurt naturale e formaggi magri sono fonti di proteine e calcio, importanti per la salute delle ossa e del sistema cardiovascolare.
5. Uova
Fonte completa di proteine, le uova sono un’opzione salutare se consumate con moderazione e preparate correttamente.
6. Tofu e tempeh
Alternative vegetariane alle proteine animali, il tofu e il tempeh sono ricchi di proteine e possono essere incorporati in una varietà di piatti.
“È importante evitare un consumo eccessivo di proteine di origine animale ricche di grassi saturi e colesterolocome carni lavorate e prodotti di gastronomia. Un approccio equilibrato, che combina fonti proteiche magre con altri nutrienti essenziali, come fibre, vitamine e minerali, è fondamentale per mantenere la salute cardiovascolare e ridurre i rischi associati alle malattie cardiache”, conclude il professore di Nutrizione ad Anhanguera.
Di Bianca Lodi Rieg