Durante la stagione di fine anno è frequente che si verifichi un aumento degli affitti di immobili per trascorrere il periodo delle vacanze. Tuttavia, questa richiesta può anche generare “grattacapi” quando, lungo il percorso, si verificano disaccordi tra proprietari e inquilini, che portano a possibili conflitti che riguardano questioni di violazione del contratto, danni alla proprietà o inadempienze nei servizi concordati. In questi casi, oltre alle perdite finanziarie, può sorgere una richiesta di risarcimento per danni morali, una questione che ha acquisito rilevanza nei tribunali brasiliani.
Gli avvocati specializzati in diritto immobiliare sottolineano che l’aumento degli affitti stagionali nel periodo di fine anno solleva anche complesse questioni giuridiche, soprattutto per quanto riguarda le violazioni dei diritti dei consumatori. Se l’immobile non corrisponde a quanto promesso nel contratto, o se si verificano disservizi che causano notevoli disagi agli inquilini, è possibile che il danneggiato possa chiedere il risarcimento dei danni morali.
“Il concetto di danno morale si riferisce alla sofferenza, all’angoscia o al disordine causato dall’imbarazzante esposizione della parte, e violazione dei diritti che incidono direttamente sulla dignità della persona […]”, spiega l’avvocato e coordinatrice del corso di Giurisprudenza della Faculdade Pitágoras, Silvia Santana.
In questo senso, il diritto al risarcimento, a suo avviso, diventa praticabile nelle seguenti situazioni:
1. Immobile in pessime condizioni
Quando l’immobile è diverso da quello presentato nelle foto e nelle descrizioni al momento della proposta, con problemi strutturali o di pulizia.
2. Inosservanza dei servizi
Mancanza dei servizi base promessi, come internet, aria condizionata o sicurezza, durante il periodo di noleggio.
3. Interruzione del soggiorno
Quando il padrone di casa chiede lo sfratto durante la stagione, senza adeguata giustificazione legale, forzante inquilini trovare in fretta un altro alloggio.
Come comportarsi in caso di danni morali
Come ha ricordato Silvia Santana, il danno morale può essere riconosciuto quando si verifica una situazione umiliante e/o vessatoria per la persona offesa. «In caso di danno morale il primo passo è raccogliere tutte le prove, come rapporti su WhatsApp (in questo caso facendo delle stampe con il numero di telefono visibile) o email, foto, video e testimoni, oltre a conservarne copia del contratto di contratto di locazione e tutta la comunicazione tra le parti coinvolte”, consiglia.
Poi, l’avvocato spiega che occorre sporgere denuncia alla Procon oppure, in mancanza di accordo, proporre ricorso al Tribunale Civile Speciale o al Tribunale Competente, chiedendo il risarcimento dei danni materiali e morali. “La vittima di un danno morale può rivendicare la sofferenza e il disagio causati dalla situazione, chiedendo un risarcimento economico per la violazione dei suoi diritti. Le misure valgono sia per il locatore che per l’affittuario”, conclude Silvia Santana.
Di Camila Souza Crepaldi