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Il Senegal progetta una cooperazione con il Mali, dove è al potere un regime militare filo-russo

Il primo ministro senegalese Ousmane Sonko si è recato a sorpresa in Mali lunedì. Si tratta della sua prima visita ufficiale nel Paese, che appartiene alla Confederazione degli Stati del Sahel (AES) a guida militare, riferisce la TASR.

Come ha ricordato l’AFP nel suo rapporto, l’AES è stata creata come controparte del blocco regionale Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), che comprende il Senegal.

Il primo ministro senegalese respinge le sanzioni contro il Mali

Il viaggio di Sonko in Mali è avvenuto dopo che il presidente senegalese Bassirou Diomaye Faye ha visitato il Paese alla fine di maggio e ha dichiarato di voler riportare il Mali, il Niger e il Burkina Faso nell’ECOWAS. L’ECOWAS ha imposto dure sanzioni al Mali dopo il colpo di stato che ha portato il Col. Assimi Goita al potere nel 2020 – ma le ha revocate due anni dopo.

A gennaio, Mali, Niger e Burkina Faso hanno annunciato l’uscita dall’ECOWAS, accusata di essere asservita all’ex dominatore coloniale – la Francia – e di non aiutare abbastanza nella lotta contro il jihadismo.

Durante la sua visita a Bamako, Sonko ha ricordato di non aver mai accettato le sanzioni contro il Mali adottate dal predecessore di Faye, Macky Sall. Ha inoltre assicurato che “nessuno passerà dal Senegal per destabilizzare il Mali o imporre sanzioni”.

Il primo ministro senegalese ha riconosciuto gli “errori dell’ECOWAS” del passato e ha sottolineato la necessità di superare le differenze esistenti. Secondo lui, “ogni panafricanista deve avere un obiettivo: unire gli africani al di là delle nostre differenze”. Ha citato l’Europa come esempio del fatto che la riconciliazione dopo grandi conflitti è possibile.

La visita è stata anche collegata alla morte dei soldati maliani

All’inizio dell’incontro con il suo omologo maliano Choguel Maiga, Sonko ha espresso le sue condoglianze per la morte dei soldati maliani nei combattimenti avvenuti nella località di Tinzaouatène dal 25 al 27 luglio. Lì hanno perso la vita anche 84 mercenari del gruppo paramilitare privato russo Vagner.

La sconfitta delle forze governative a Tinzaouatène ha portato alla rottura delle relazioni diplomatiche tra la giunta militare al potere in Mali e Kiev. In realtà, alla fine di luglio, è emerso che questa sconfitta delle forze governative maliane e della guerriglia alleata è stata inflitta anche dai ribelli separatisti maliani con l’aiuto dell’Ucraina, le cui forze speciali avevano addestrato i separatisti di etnia tuareg all’uso di droni d’attacco.

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Luca

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