Damares chiede azioni di Itamaraty contro il rapimento di bambini ucraini
La senatrice Damares Alves (Republicanos-DF) ha informato mercoledì (22) che incontrerà i membri del Ministero degli Affari Esteri (MRE), all’inizio di febbraio, per ribadire la richiesta di mediazione del governo brasiliano in un caso riguardante l’accusa di sequestro di persona dei bambini ucraini da parte delle autorità russe.
In una nota a Gazzetta del Popolola senatrice afferma di aver ricevuto informazioni dal governo ucraino secondo cui le famiglie delle regioni occupate di Kherson, Zaporizhzhia, Luhansk e Donetsk sono state costrette a iscrivere i propri figli nelle scuole gestite dalla Russia. “Circa 20mila bambini sono stati poi mandati in “campi di vacanza” o in “escursioni” e non sono più tornati. Si sostiene che le loro identità siano state cambiate prima di essere adottati, già in territorio russo”, spiega Damares.
In una lettera inviata a Itamaraty, la senatrice afferma di essere venuta a conoscenza del caso durante una visita nel Paese dell’Est europeo, tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, in cui hanno partecipato i senatori Sérgio Moro (União-PR) e Magno Malta (PL-ES).
“Data la gravità delle informazioni ricevute, chiedo rispettosamente la possibilità di essere ricevuto da Vostra Eccellenza per discutere gli sviluppi e le possibili azioni volte a proteggere i bambini ucraini”, si legge in un estratto del documento.
Come esempio per mediare il dialogo tra le due nazioni, Damares cita il Qatar, che dallo scorso anno è riuscito a rimpatriare decine di bambini ucraini. Alla fine di dicembre, il senatore ha accompagnato una delegazione di senatori che si trovavano presso l’ambasciata di quel Paese, e all’epoca presso le autorità del Qatar.
“Hanno messo in scena l’intero processo, gli ostaggi sono stati rilasciati e abbiamo una tregua in questa guerra. Anche il Qatar può aiutarci a liberare i bambini ucraini. E spero che il Brasile, vedendo questo esempio, possa ripristinare il nostro ruolo di mediatore nei conflitti attraverso i canali diplomatici”, afferma Damares Alves.