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Una nuova ondata di violenza provoca una crisi umanitaria in Colombia


Le azioni della guerriglia e dei narcotrafficanti hanno provocato più di un centinaio di morti in diverse parti del Paese; almeno 11mila persone sono state sfollate

Mario Caicedo/EFELe persone smistano alcuni vestiti donati agli sfollati a causa della violenza a Catatumbo
Le persone smistano alcuni vestiti donati agli sfollati a causa della violenza nella regione di Catatumbo

UN Colombia si trova ad affrontare una nuova e intensa ondata di violenza che ha costretto migliaia di persone a spostarsi in cerca di sicurezza. La città di Cúcuta, situata al confine con Venezuelaè diventato un rifugio per molti in fuga dal conflitto. In risposta alla crisi, il municipio locale ha trasformato lo stadio General Santander in un rifugio temporaneo per i rifugiati. La recente escalation di violenza è iniziata la scorsa settimana quando si sono verificati ribelli e dissidenti dell’Esercito di Liberazione Nazionale Farc Hanno rifiutato l’accordo di pace del 2016, contestando il controllo di Catatumbo, una regione strategica per la produzione di cocaina e obiettivo di gruppi armati.

La situazione è allarmante, con la popolazione civile bersaglio di uccisioni mirate, come denunciato dalle autorità locali. Ad oggi, almeno 20 persone sono morte negli scontri tra fazioni nemiche legate ai dissidenti delle FARC. Gli scontri nei municipi di Calamar coinvolgono due leader ribelli: Calarcá, che era in trattative di pace con il governo, e Ivan Mordisco, che si rifiutò di firmare l’accordo di pace del 2016. In soli cinque giorni, le violenze ne hanno già provocate più di una centinaia di morti in diverse parti del Paese, diretta conseguenza delle azioni della guerriglia e dei narcotrafficanti.

Catatumbo, con più di 50mila ettari coltivati ​​a coca, divenne l’epicentro di una guerra interna implacabile. L’Ufficio del difensore pubblico ha riferito che, negli ultimi quattro giorni, almeno 11.000 persone sono state sfollate a causa della violenza, evidenziando una delle crisi umanitarie più gravi mai affrontate nella regione. Il presidente Gustavo Petro, che inizialmente aveva sostenuto una soluzione negoziata, ha sospeso i negoziati di pace con l’Esercito di Liberazione Nazionale, accusando il gruppo di aver commesso crimini di guerra.

*Con informazioni di Grieco Holtz

*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale





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Luca

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