La corsa tecnologica mette Washington e Pechino l’una contro l’altra; Il Brasile ne risentirà
Martedì sera (21) il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che sosterrà un’iniziativa privata da 500 miliardi di dollari per sviluppare strumenti di intelligenza artificiale.
Il denaro arriverà da una joint venture che riunisce la holding Softbank, OpenAI, ideatrice di ChatGPT; e Oracle, uno sviluppatore di software aziendale.
L’obiettivo è garantire che gli Stati Uniti assumano la guida nello sviluppo di questo tipo di strumento. E anche che le principali basi tecnologiche vengono prodotte e installate all’interno dei confini americani.
Oggi la Cina è il principale avversario delle aziende americane del settore.
Il settore tecnologico è una delle priorità della nuova amministrazione di Donald Trump. E i manager di Big Tech hanno passato gli ultimi mesi a sviluppare legami con il repubblicano. Tra gli altri interessi c’è il tentativo di bloccare la regolamentazione delle piattaforme digitali al di fuori dei confini americani.
L’alleanza dovrebbe avere un impatto sul Brasile.
Mark Zuckerberg, di Meta, ha addirittura affermato che lavorerà insieme al presidente americano per combattere le decisioni giudiziarie dei paesi dell’America Latina contrari alle reti. Si tratterebbe di un riferimento alle decisioni dei tribunali brasiliani che hanno ribaltato i conti nelle indagini svolte sotto segreto giudiziario. E anche al processo aperto dinanzi alla Corte Suprema sulla costituzionalità dell’ordinamento civile di Internet.
Oltre alle pressioni dirette, le politiche economiche interne della nuova amministrazione si rifletteranno anche sul Brasile.
Trump aumenterà le barriere americane contro i prodotti stranieri, nel tentativo di reindustrializzare il Paese. Ed estradare milioni di immigrati essenziali per la produzione interna.
Entrambe le iniziative sono inflazionistiche. E potrebbero portare ad un aumento dei tassi di interesse lì, costringendo la Banca Centrale a fare lo stesso qui. Oltre a rafforzare il dollaro rispetto alle valute dei paesi emergenti, come il real.