Il petrolio chiude in ribasso con la prospettiva dell’effetto Trump
I contratti futures sul petrolio hanno chiuso in ribasso questo martedì (21), con il Brent sceso sotto gli 80 dollari per la prima volta dal 10 gennaio, in uno scenario in cui investitori e analisti cercano di capire quale sarà l’impatto del mandato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sull’economia mercato.
Nonostante i rinnovati segnali di aumento della produzione americana, le prospettive di una fornitura limitata da altre fonti creano uno scenario più imprevedibile per i prezzi.
Sul New York Mercantile Exchange (Nymex), il petrolio WTI di marzo ha chiuso in ribasso del 2,01% (1,56 dollari USA), a 75,83 dollari al barile, mentre il Brent dello stesso mese, scambiato all’Intercontinental Exchange (ICE), è sceso dell’1,17% (0,94 dollari USA), a 79,29 dollari USA al barile.
I discorsi sui dazi e l’impatto sulla crescita globale stanno spingendo i futures del petrolio al di sotto della narrativa del presidente Trump “drill baby drill” sull’aumento della produzione, afferma Scott Shelton di TP ICAP. “Il mio pensiero generale è che le tariffe siano pessimistiche”, ha detto.
Il repubblicano ha evitato di imporre dazi il giorno dell’inaugurazione, ma ha detto che prevede tariffe del 25% sulle importazioni dal Messico e dal Canada il 1° febbraio.
Priyanka Sachdeva, analista di Philip Nova, ricorda che il repubblicano dovrebbe aumentare le sanzioni e le tariffe contro il petrolio di altri paesi, il che potrebbe controbilanciare il mercato e sostenere i prezzi. “In questo momento l’unica certezza è la volatilità”, conclude Sachdeva.
Trump prevede di accelerare le licenze per aumentare la produzione statunitense e ha affermato che la sua amministrazione ricostituirà la riserva petrolifera strategica “al massimo”.
Gli analisti di DNB Markets notano che il completamento delle riserve potrebbe richiedere circa 7 anni e richiederà fondi adeguati, il che potrebbe ritardare l’equilibrio dei prezzi di mercato.
Secondo BloombergTrump ha ribadito il suo appello all’Unione Europea affinché acquisti più petrolio e gas americani, sostenendo che ciò aiuterebbe il blocco a evitare i dazi.
Ha suggerito che i paesi europei potrebbero sostituire il loro consumo di gas naturale liquefatto (GNL) russo con le importazioni statunitensi, anche se nel breve termine la capacità di aumentare le esportazioni americane è limitata.
Trump ha anche annunciato misure per sbloccare lo sviluppo energetico negli Stati Uniti, tra cui la revoca dei divieti sulle trivellazioni offshore e la revoca delle restrizioni sui nuovi progetti di esportazione di GNL.
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