Trump promette un cambiamento nella diplomazia americana
Donald Trump ha chiarito che spera di imporre gli interessi statunitensi con la forza e che la dimostrazione di questa potenza militare sarà sufficiente per impedire qualsiasi sfida agli interessi americani.
“La Cina gestisce il Canale di Panama. E non abbiamo dato il canale alla Cina, lo abbiamo dato a Panama. E lo riprenderemo”, ha affermato il presidente americano nel suo discorso di insediamento.
Allo stesso tempo, Trump ha già indicato che non dovrebbe ricoprire il ruolo di “sceriffo del mondo” e che si aspetta che gli alleati degli Stati Uniti siano in grado di difendersi.
In pratica, ciò significa che gli europei dovranno aumentare gli investimenti nella difesa.
E anche che le organizzazioni di cooperazione internazionale, come il G7, le Nazioni Unite (ONU) e il Fondo monetario internazionale (FMI), devono perdere spazio per negoziati diretti tra i paesi.
Il repubblicano ha anche promesso di aumentare le barriere doganali contro i prodotti realizzati al di fuori degli Stati Uniti, nel tentativo di reindustrializzare il Paese.
Il cambiamento nella condotta della politica estera americana rappresenta la fine dell’ordine geopolitico emerso subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Invece di un’alleanza per promuovere relazioni forti e durature, Trump promette una nuova dinamica, in cui sarà necessario sfruttare l’instabilità per cogliere le opportunità che si presenteranno lungo il percorso.
L’agenzia Reuters ha avuto accesso a una nota dell’ambasciatore tedesco negli Stati Uniti, Andreas Michaelis, in cui valuta che la seconda amministrazione di Donald Trump sarà caratterizzata dalla “massima perturbazione”. Nel documento il diplomatico scrive anche che il presidente americano deve “erodere i principi democratici fondamentali”.
In questo scenario segnato dall’incertezza, Pechino si sta già posizionando per cercare di coprire lo spazio lasciato da Washington. Tra gennaio e novembre dello scorso anno, la Cina ha investito più di 128 miliardi di dollari in paesi stranieri, con un aumento dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2023.
*con informazioni provenienti da Reuters
