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Cosa resta di Gaza? Sei edifici su dieci sono stati danneggiati durante la guerra | Internazionale


Dai campi coltivati ​​ai campi aperti, dagli stadi di calcio ai rifugi per gli sfollati, dalle attività commerciali alle rovine, dalle strade asfaltate alle montagne di polvere. Il cessate il fuoco a Gaza inizia questa domenica, ma i bombardamenti israeliani in rappresaglia all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 hanno cambiato la geografia della Striscia. Le differenze si vedono anche dallo spazio: 6 edifici su 10 sono stati danneggiati dalle bombe di Tel Aviv, come dimostra l’analisi delle immagini riprese dai satelliti europei Sentinel.

La distruzione maggiore si concentrò nei primi tre mesi dell’invasione, come rivelano le mappe preparate con i dati dell’analisi delle foto satellitari dell’Università dell’Oregon (USA).

Gaza, la città più danneggiata

Gaza City, uno dei luoghi più densamente popolati al mondo prima del conflitto, è stata in gran parte ridotta in macerie. Già nel gennaio 2024, tre mesi dopo il primo attentato, il 70% delle strutture della capitale erano state danneggiate dalle bombe. Attualmente si stima che questa percentuale sia salita al 75%.

Khan Yunis, distrutto un edificio su due

La stragrande maggioranza dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza sono stati costretti a lasciare le proprie case durante il conflitto. Essendo la seconda città della Striscia, solo dietro la capitale, Khan Yunis divenne un luogo di rifugio all’inizio dell’invasione. L’assedio israeliano ai combattenti di Hamas, tuttavia, ha presto costretto gli sfollati a cercare altro rifugio.

Rafah, destinazione degli sfollati

Rafah, la città più meridionale della Striscia, è diventata l’ultimo rifugio per gli sfollati provenienti dal nord di Gaza, concentrati nel grande campo umanitario di Al Mawasi, sulla costa mediterranea. Le tende vengono piantate a migliaia in ogni angolo disponibile.

L’analisi dell’UNITAR, il centro ricerche sulle immagini satellitari dell’Onu, stima che in tutta la Striscia di Gaza siano stati distrutti 163.778 edifici, ovvero il 66% del totale, una stima simile a quella dell’Università dell’Oregon. Per fare un confronto, la stessa organizzazione ha concluso che ad Aleppo, la città siriana che per quattro anni (2012-2016) è stata al centro dei maggiori scontri tra governo e opposizione, sono state danneggiate 33.251 proprietà, ovvero tra il 50% e il 50% Il 65% di tutti quelli che c’erano.

A Mariupol, città ucraina assediata per tre mesi dall’esercito russo e simbolo della guerra in quel Paese, la stessa analisi delle Nazioni Unite stima che il 32% degli edifici siano stati danneggiati.

Bombe e vittime senza precedenti

La distruzione visibile nelle mappe qui sopra è in gran parte spiegata dalla portata dei bombardamenti israeliani, che non hanno precedenti. Non ci sono dati ufficiali su quante bombe siano state sganciate in un anno, ma nel novembre 2023 l’aviazione israeliana ha riferito di aver effettuato attacchi contro 22.000 obiettivi. Cioè 846 attacchi al giorno.

Come ha ricordato sulla rivista Foreign Affairs Robert Pape, uno storico americano che ha analizzato i più grandi bombardamenti dalla seconda guerra mondiale, “siamo nel quartile più alto delle campagne di bombardamento più devastanti della storia”.

Israele ha effettivamente cambiato le sue regole per autorizzare i bombardamenti su Gaza, ha rivelato un’indagine del New York Times. Dal 7 ottobre, l’esercito israeliano ha portato a venti civili il numero delle vittime collaterali ammesse in ciascun attentatore, un fatto senza precedenti nella storia militare del Paese. Fino ad allora, era normale che venissero approvati se la prospettiva era che nessun civile sarebbe rimasto ferito.

Quante persone sono morte a Gaza nell’ultima campagna militare che per il momento si conclude con un cessate il fuoco? Gli ultimi dati del Ministero della Sanità di Gaza, sostenuti da diverse istituzioni internazionali, parlano di oltre 47.500 morti dall’inizio del conflitto, il 40% dei quali minorenni. Secondo un recente studio di La Lancettai dati di questa organizzazione, controllata da Hamas, sono inferiori: i morti sarebbero più di 64.000.

Si tratta di cifre mai viste prima per il conflitto nell’area e straordinarie anche se paragonate al resto del mondo, secondo i dati dell’Uppsala Conflitti Data Program, un progetto accademico dedicato al conteggio delle vittime dei conflitti. Nel grafico seguente confrontiamo l’anno con il maggior numero di morti in altri conflitti dal 1989.

Il numero di morti a Gaza è insolito anche per due categorie di lavoratori presenti in tutti i conflitti: il personale medico e sanitario della Striscia e i giornalisti.

Secondo un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani pubblicato meno di un mese fa, Israele ha effettuato almeno 136 attacchi contro 27 ospedali e altre 12 strutture mediche in cui sono morti 500 operatori sanitari, commettendo possibili crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

A Gaza, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, 195 giornalisti sono stati uccisi nella Striscia di Gaza da quando sono iniziati gli attacchi israeliani nell’ottobre 2023. In un altro conflitto attivo, l’invasione russa dell’Ucraina iniziata nel febbraio 2022, secondo la Federazione internazionale dei giornalisti sono morti 21 operatori dei media.



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Luca

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