Le 20 mostre d’arte più importanti di gennaio | Babelia
Hilma di Klint
Guggenheim Bilbao. Fino al 2 febbraio.
Continua il viaggio del pittore svedese verso la luce. Salvata dall’oblio poco più di un decennio fa, quando i suoi discendenti inviarono una scatola piena di vecchi dipinti al Moderna Museet di Stoccolma, questa affascinante artista, che realizzò arte astratta prima di Kandinsky, Kupka e Mondrian, è ora al Guggenheim di Bilbao. La mostra, proveniente dalla sede newyorkese dell’istituzione, è diventata la più visitata nella storia del museo nel 2019.
Simone Fattale. Sospensione dell’incredulità
IVAM. Valenza. Fino al 1 giugno.
Conosciuta talvolta più per il suo rapporto con Etel Adnan che per il suo stesso percorso artistico, la scultrice libanese è responsabile di un’opera affascinante, che attinge alla storia e alle mitologie del passato per comprendere questo presente in rovina. La mostra, curata da Nuria Enguita e Rafa Barber, esplora i limiti della figurazione nell’opera di Fattal, vincitore del Premio Julio González nel 2024.
Ryan Gander. Ringhiando, sibilando, gemendo, abbaiando e urlando
Museo Helga de Alvear. Cáceres. Fino al 20 aprile.
Una zanzara, un gorilla, una gazza e un topo sono alcuni dei protagonisti di una mostra pensata come una rassegna della produzione dell’artista britannico negli ultimi 30 anni. È passato dalla scultura al film, dalla scrittura al graphic design, dall’installazione alla performance, ma sempre con grandi dosi di immaginazione, provocazione e contraddizione.
Berlanga interna
CaixaFòrum. Barcellona. Fino al 20 aprile.
Il cineasta ha costruito il proprio universo, situato tra costumi teneri, la satira di un paese intrappolato nella propria arretratezza culturale e la perplessità esistenziale del suo sguardo molto acuto. La mostra rende omaggio a uno dei più grandi geni del cinema spagnolo, la cui influenza si percepisce, anche se in modo decaffeinato e meno irriverente, in gran parte della produzione comica attuale.
Pepa Caballero. costellazioni astratte
CAAC. Siviglia. Fino al 4 maggio.
La carriera dell’artista granadina, morta nel 2012, è stata segnata dall’esplorazione culturale del Mediterraneo e dalla traduzione in linguaggio astratto delle lezioni dei grandi maestri. Dopo anni di ricerca e diverse acquisizioni delle sue opere, il museo sivigliano gli dedica la sua prima grande retrospettiva, che mira a riconoscere il suo posto nella scena artistica spagnola degli anni Settanta e Ottanta.
E inoltre:
- Il Museo del Prado ospita lo spettacolo prodigioso della scultura policroma. Tra l’elenco abbagliante degli artisti barocchi spagnoli, brilla La Roldana, alla quale il Museo Nazionale di Scultura di Valladolid dedica un’altra grande mostra.
- Georges Didi-Huberman, grande teorico della cultura visiva, espone la sua mostra Nell’aria mossa… al Museo Reina Sofía di Madrid, in cui elogia il potere trasformativo delle emozioni.
- Max Ernst: cerniera tra arte surrealista e cinema. Il Círculo de Bellas Artes di Madrid inaugura una mostra che mostra i legami dell’artista con la settima arte in concomitanza con la celebrazione del centenario del movimento guidato da Breton.
- L’anima sconosciuta dell’espressionismo tedesco: Gabriele Münter appare in Spagna. Il Museo Thyssen di Madrid inaugura la prima retrospettiva nel Paese del pittore, tra i fondatori di El Jinete Azul e largamente sconosciuto fuori dalla Germania.
- Da parte sua, il Centre de Cultura Contemporània de Barcelona (CCCB) dedica una nuova mostra all’Amazzonia, che non è né “inferno verde” né “giungla vergine”. Il centro ti invita a “disimparare” gli argomenti sulla regione in una mostra alla quale partecipano pensatori, attivisti e artisti indigeni.
- Sempre a Barcellona, la Sala Parés dedica una retrospettiva a Torres-García, attraverso un centinaio di dipinti ad olio, opere su carta e perfino giocattoli.
- Note e variazioni sulla città ostile. Una mostra al Centro Conde Duque (Madrid) presenta parte dell’ultimo progetto di Jon Gorospe, Studi peripatetici‘, dove il girovagare per la città diventa un atto di scoperta e di analisi.
- Quando Donald Judd trovò ispirazione a Madrid. La Galleria Elvira González recupera in una mostra le serigrafie che l’artista realizzò mentre preparava una mostra nel 1991 al Theospacio.
- Paul Pfeiffer ferma l’immagine: l’artista che usa Marilyn Monroe e Justin Bieber per interrogarsi sul nostro aspetto. Attraverso ritratti di personaggi della cultura pop e dello sport, l’artista americano si interroga sulla natura di ciò che vediamo e su come lo interpretiamo. Una retrospettiva copre il suo lavoro a Bilbao.
- Una mostra al Palazzo dell’Embarcadero di Santander mette in luce la profonda gravità iconoclasta di Xesús Vázquez, un artista senza pari che attende il riconoscimento che merita.
- Marlene Dietrich, i fiori appassiti e l’epoca d’oro delle riviste: nulla sfuggiva all’attenzione di Irving Penn. La mostra monumentale Irving Penn: Centenario Si apre questo mese alla Fondazione MOP di A Coruña con 200 fotografie che abbracciano i sessant’anni della sua carriera.
- Il futurismo perde il suo contesto politico nel grande impegno culturale del Governo Meloni. A Roma, un’ambiziosa mostra si sofferma in punta di piedi sui rapporti del movimento d’avanguardia con la guerra o il fascismo per concentrarsi sul suo legame con la tecnologia e “la bellezza delle opere”.
- Olga de Amaral: la colombiana che ha trasformato la tessitura in arte. È la mostra della stagione a Parigi. L’artista plastica di Bogotà continua, a 92 anni, in prima linea con le sue opere tessili che hanno raggiunto i musei di tutto il mondo e sono oggi esposte alla Fondazione Cartier nella capitale francese.
- Dalla prigionia in Siberia alla persecuzione della Gestapo: la vita d’artista di Rudolf Wacker. Il Leopold Museum presenta a Vienna un’esuberante retrospettiva su uno dei maggiori esponenti della Nuova Oggettività.
- Infine, il Metropolitan di New York espone la prima grande retrospettiva dedicata all’architetto Paul Rudolph, discepolo di Walter Gropius e uno dei grandi esponenti dell’uso del cemento negli Stati Uniti nel corso del XX secolo. Ti permette di metterti in una situazione pochi giorni prima della premiere di Il brutalista.