Regal Raphinha: il brasiliano ha il miglior momento al Barcellona – 16/01/2025 – The World Is a Ball
E’ da un po’ che non gioca molto bene. Sono passati mesi. Buone notizie. Per il Barcellona, non per i rivali del Barcellona.
E, se questa buona situazione persisterà almeno ancora per qualche mese, sarà una buona notizia per la squadra brasiliana, che ha bisogno di una stella in grado di risolvere il problema.
L’attaccante Raphinha, 28 anni, sta vivendo, individualmente, il momento più bello della sua carriera.
Nella stagione 2024/2025 ha vinto il distintivo di capitano della squadra catalana, generalmente indossato da coloro che hanno il rispetto dei compagni e dei tifosi e hanno elevate capacità di leadership.
Finora, a stagione conclusa, ha segnato 23 gol (in 32 partite), di cui 20 con il Barça e tre con il Brasile. Per la squadra blu-marrone sono previsti altri otto assist (passaggio di porta). Non ci sono mai stati numeri del genere.
Raphinha, che ha ceduto con la squadra ai Mondiali del 2022 in Qatar, è sempre stato noto per giocare sulla fascia destra. È stato così al Leeds, in Inghilterra, dove si è distinto dal 2020 al 2022 e ha attirato l’attenzione del Barcellona, che lo ha ingaggiato.
Ed è stato così al Barça fino all’apparizione del gioiello Lamine Yamal, 17 anni, che ha iniziato a occupare quello spazio. Non è stato un problema.
Il brasiliano ha cambiato schieramento, a sinistra, giocando non solo sulla fascia ma con incursioni a centrocampo (nell’inquadratura), e il suo calcio ha prosperato. Mancino, sembrava addirittura più a suo agio lì.
A sinistra c’è anche Vinicius Junior, 24 anni, del Real Madrid, oggi il nome più caldo del calcio brasiliano, votato migliore al mondo dalla FIFA. Ma i due hanno stili diversi.
Vini, di Rio de Janeiro, è più incisivo, gli piace dribblare in velocità e attaccare gli avversari. Il gaucho Raphinha, meno acuto, vede meglio il gioco, fa passaggi ben oliati e tiri precisi: meno fantasia e frivolezza, più ragionamento e obiettività.
I connazionali si sono affrontati questa settimana, domenica (12), nella finale della Supercoppa spagnola, giocata in Arabia Saudita. (Perché lì? Per ragioni monetarie.)
E Raphinha è stato regale nella vittoria: ha regnato maestosamente nel giorno in cui il Barça ha investito il suo acerrimo rivale, l’onnipotente campione d’Europa e del mondo. Il numero 11 ha segnato due gol (uno dei quali di testa) e ha realizzato un altro gol per il 5-2.
Dall’altra parte, il numero 7 ha fatto poco e si è ritrovato sostituito al 31′ della ripresa, senza clamori. Tre minuti dopo, a uscire, stremato e applaudito, è stato Rafhinha, meritatamente scelto come il migliore della finale.
Questa prestazione è valsa al nativo di Porto Alegre ampi elogi da parte dei media spagnoli.
“Raphinha ha incarnato il ruolo di capitano e di stella, basato sullo sforzo, sull’intensità e sulla mira. Correva senza fermarsi. In una squadra con pochi leader, il brasiliano si distingue molto”, ha scritto Fernando Polo su Mundo Deportivo, quotidiano di Barcellona, in un articolo intitolato “Raphinha Mentality”.
Sul quotidiano madrileno AS, Sergi de Juan, sotto il titolo “Raphinha, un tesoro inaspettato”, ha ricordato che il club aveva pensato (a metà del 2023) di cederlo per risparmiare: “Chi pensa di venderlo dovrebbe scusarsi immediatamente. E a siate grati che il brasiliano stia entrando nella storia del Barcellona come tanti giocatori della stessa nazionalità hanno fatto anni fa.”
Evaristo de Macedo (alla fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60), Romário, Ronaldo Fenômeno, Rivaldo, Ronaldinho Gaúcho e Neymar, tra gli altri brasiliani, hanno brillato al Barcellona.
Oggi lo splendore appartiene a Raphinha.
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