B365 – Dai sacchi agli spurghi
Anche se oggi può sembrare inconcepibile, un tempo a Bucarest si beveva davvero l’acqua del Dâmbovița, il fiume che divide la città e che a ogni pioggia, soprattutto d’estate, diventava fangoso e pieno di malattie. Dem I. Dobrescu, il sindaco che installò i primi rubinetti, era solito dire che “il Dâmbovița è più dolce morte che dolce acqua”, ed è per questo che nelle righe che seguono vi mostreremo come gli abitanti di Bucarest si procuravano l’acqua potabile nei secoli passati.
Oggi può sembrare assurdo, ma un tempo l’acqua potabile era un lusso a Bucarest, accessibile soprattutto ai boiardi e ad altre persone facoltose nel XVIII secolo. Stiamo parlando di un’epoca in cui l’acqua veniva venduta per le strade della capitale dai sacagii, che camminavano con sacchi sulle spalle, appesi a un palo, o con l’aiuto di un cavallo che trainava la tanica su ruote, come si usava un tempo. Tuttavia, i pozzi d’acqua potabile sono menzionati a Bucarest fin dal XVI secolo.
La storia dei pozzi d’acqua e dell’acqua potabile a Bucarest
Come dicevo, l’acqua potabile poteva spesso essere acquistata dai venditori ambulanti, che per la somma di cinque parales davano una doniță (un recipiente di legno di dimensioni medio-grandi) con dell’acqua. Ma le alternative, come le sorgenti o le cisterne pubbliche, erano rare, per non parlare dell’acqua potabile nella comodità della propria casa, un lusso che solo i boiardi potevano sognare.
Una delle, se non la prima, fonte diretta di acqua potabile si trovava proprio nel centro di Bucarest, a Curtea Veche, ed era chiamata “casa dell’acqua”. La cosiddetta “tesoreria dell’acqua” risale al 15 novembre 1570 e fu opera del principe Alexandru Mircea II, soprannominato “Pecora secca” perché famoso per il “bir” (tassa) che imponeva anche alle pecore sterili. Sulla pietra accanto alla cisterna dove sgorgava l’acqua della sorgente è riportato il seguente messaggio:
“Io, Alessandro il sovrano e signore… ho dato alla mia signoria… la possibilità di creare questa sorgente in modo che sia una ricompensa per la mia signoria in eterno”.
Tuttavia, il primo pozzo di Bucarest nel vero senso della parola risale a molto più tardi, nel 1779, quando il sovrano Alexandru Ipsilanti decise di installare due pozzi a Bucarest, uno presso il monastero di Sărindar e l’altro dietro la chiesa di Bărăției, perché l’acqua della Dâmbovița era troppo fangosa e sporca durante i periodi di pioggia per essere potabile.
L’acqua della cisterna di Filaret era considerata una delle migliori di Bucarest.
Il metropolita Filaret è l’autore di una delle fontane più famose di Bucarest, situata vicino alla collina Filaretului, alimentata da quattro sorgenti nel sottosuolo della collina. La fontana fu realizzata alla fine del XVIII secolo e funzionò fino al 1863, quando fu demolita dal municipio e cadde in rovina. Sette anni dopo, “Nababul” Giorgio Grigore Cantacuzino eresse al suo posto una nuova fontana che porta il suo nome.
La cisterna di Filaret era fatta di marmo e aveva 12 tubi da cui l’acqua sgorgava continuamente. Tra gli abitanti della capitale circolava l’opinione che l’acqua delle sorgenti sotto la collina di Filaret fosse superata da quella di una sola sorgente: quella del parco di Cișmigiu.
Durante il regno di Nicolae Mavrogheni (1786 – 1790), a Bucarest c’erano anche delle cisterne, in numero di 14, che si trovavano davanti alle case dei grandi boiardi della capitale. Di queste, la cisterna rossa all’incrocio tra il ponte Ulița Fântânii e il ponte Mogoșoaiei era di gran lunga la più nota, grazie al suo aspetto particolare: a differenza delle altre 13 cisterne, questa è stata lasciata “in rosso”, non essendo i mattoni ricoperti di marmo.
L’acqua potabile è sempre più diffusa
Dopo il 1800, a Bucarest cominciano a comparire sempre più pozzi e sorgenti, utilizzati per il consumo quotidiano degli abitanti, mentre i boiardi passano a un altro livello: attingono l’acqua nelle loro case. La canalizzazione della Dâmbovița aprì una nuova era a Bucarest: fu creata l’incipiente rete idrica della città e furono costruite le prime fogne. Così, alla fine del XIX secolo, c’erano 10,5 chilometri di tubature, 41 pozzi pubblici, 188 impianti privati e 200 cannelle per le strade. Tuttavia, le cisterne a zampillo, come quelle che conosciamo oggi, furono introdotte a Bucarest dal sindaco Dem I. Dobrescu.