Il costo, la partecipazione del Re e altre domande e risposte dei cento eventi per la morte di Franco | Spagna
I cento eventi che il Governo ha programmato per quest’anno sotto il titolo Spagna in libertà In occasione del cinquantesimo anniversario della morte del dittatore Francisco Franco, ha sollevato polemiche. Il Pp assicura che si tratta di “una cortina di fumo”; Isabel Díaz Ayuso accusa Pedro Sánchez di voler portare “la violenza nelle strade” e Vox parla di “assurda necrofilia”. Queste sono le risposte ad alcune delle domande poste dall’iniziativa e alle difficoltà che incontrerà nella sua realizzazione.
Perché adesso?
Il prossimo 20 novembre ricorre il cinquantesimo anniversario della morte di Franco nel 1975, e quella data è considerata il segnale di partenza per l’inizio della transizione spagnola verso la democrazia. Si tratta d’altronde di una data emblematica, popolarmente conosciuta come 20-N, e altri paesi circostanti, ricorda il Governo, hanno scelto, per simili commemorazioni, la fine del precedente regime autoritario e non quella delle prime elezioni democratiche, ad esempio . L’Italia ha celebrato il 50° anniversario della sua democrazia nel 1995, prendendo come data di riferimento la liberazione dal fascismo nel 1945; non quello delle prime elezioni (1946) o quello della proclamazione della Costituzione (1947). La Germania ha celebrato la riunificazione del Paese nel 2019, prendendo come riferimento la caduta del Muro di Berlino nel novembre 1989. Il Portogallo ha scelto il 2024 per commemorare i 50 anni della rivoluzione dei garofani (1974) che diede inizio al processo di democratizzazione del Paese e non la data della riunificazione del Paese. le elezioni del 1975 o quella della Costituzione (1976).
Quando hai iniziato a prepararti?
Il Governo sta lavorando all’ideazione di questo calendario di eventi da più di due anni, secondo fonti di La Moncloa, cioè l’idea è nata prima dell’inchiesta sulla moglie del Presidente del Governo e dello scandalo del Il caso Ábalos. Una delle attività incluse nel programma Spagna in libertà è una serie di sei episodi su RTVE, coordinata da Nicolás Sartorius, incarcerato dalla dittatura nel processo 1001 contro le CCOO, che affronta i movimenti sociali che hanno partecipato alla conquista della democrazia. Verrà presentato a febbraio e l’accordo è stato siglato quasi due anni fa.
In cosa consistono gli atti?
Ci saranno mostre ed allestimenti nei musei; colloqui e dibattiti, proiezioni di documentari, concorsi, workshop, concerti, attività sui social network, visite ai campi di concentramento… Anche il programma non è chiuso. Il sito web www.espanaenlibertad.gob.es include un canale per inviare proposte.
Quale sarà la partecipazione del Re?
Il Re è stato invitato, finora, a tutti gli omaggi alle vittime della Guerra Civile e della dittatura, stabiliti dalla legge sulla memoria democratica il 31 ottobre, data in cui è stata approvata la Costituzione spagnola del 1978 mai partecipato a quegli eventi. Era assente anche lui, per “motivi di programmazione”, dal primo degli eventi in programma. Spagna in libertà, mercoledì scorso, poiché coincideva con il ricevimento dei nuovi ambasciatori, ma parteciperà ad almeno tre attività: la visita, il 27 di questo mese, al campo di concentramento di Auschwitz (Polonia), liberato 80 anni fa, e Maggio, al campo di Mauthausen, così come nel convegno sul processo di democratizzazione organizzato dal dipartimento di Memoria dell’Università Re Juan Carlos I. Il Governo lo ha lasciato nelle mani di Il Zarzuela la partecipazione del re emerito a questi eventi.
Il PP è stato escluso?
I rappresentanti del Governo hanno contattato il gabinetto di Alberto Núñez Feijóo alla fine dello scorso dicembre per invitarlo all’evento inaugurale del programma Spagna in libertà che si è svolto mercoledì scorso. Lo hanno fatto anche via email. Nessun rappresentante del PP era presente. Fonti governative assicurano che sono stati invitati i portavoce dei gruppi parlamentari. Insistono anche sul fatto che ad altri eventi simili nei paesi vicini hanno partecipato leader dell’opposizione, a differenza della Spagna, così come il capo dello Stato.
L’opposizione del PP può influenzare la celebrazione degli eventi?
Buona parte delle attività programmate, come a stanza di fuga viaggianti e liberi, puntano sui giovani, poiché alcuni studi rivelano profonde lacune nella storia del proprio Paese, e una recente indagine dell’istituto 40dB ha evidenziato che esiste una percentuale allarmante (26%) di giovani che preferiscono “in alcune circostanze” autoritarismo alla democrazia. L’obiettivo del Governo è che queste attività raggiungano le scuole e gli istituti, ma le competenze in materia di Istruzione corrispondono alle comunità autonome e il PP le presiede 11. Alcune proposte del programma Spagna in libertà, come i concorsi, possono essere assunti dal MIUR, ma per le altre iniziative ci sarà un dialogo, provincia per provincia, con i direttori dei centri, che potranno decidere se ospitare o meno le attività proposte. Il PP, come Vox, si è opposto all’insegnamento della repressione franchista nelle scuole, come previsto dalla legge sulla memoria democratica, perché lo considera un “indottrinamento”.
Quanto costa?
Anche se il bilancio non è chiuso, il Governo stima di investire 20 milioni di euro in quei cento eventi che si terranno su tutto il territorio nazionale e anche in diverse città estere.
Gli ex presidenti della democrazia parteciperanno agli eventi?
I presidenti della democrazia dopo la morte di Franco, José María Aznar e Mariano Rajoy da parte del PP, e Felipe González, José Luis Rodríguez Zapatero e Pedro Sánchez da parte del PSOE, sono apparsi mercoledì scorso in uno dei video che sono stati proiettati al Museo Reina Sofía nel primo degli eventi indetti per il 50° anniversario della morte di Franco. Non avranno un tributo specifico, ma saranno invitati a partecipare ad altri eventi previsti nel calendario, secondo La Moncloa. Non solo i leader del PP hanno espresso opposizione alla legge sulla memoria. Anche il socialista González l’ha criticata pubblicamente.