La Corte Costituzionale si prepara a rimuovere dalla legge di amnistia il giudice Macías per mancanza di imparzialità | Spagna
La Corte Costituzionale si prepara a rimuovere il giudice José Mario Macías dalle decisioni prese da questa istituzione sulla Legge di Amnistia. La seduta plenaria che il tribunale terrà a partire da martedì prossimo prevede la discussione e la deliberazione della proposta che verrà presentata per accogliere il ricorso contro il suddetto magistrato, per mancanza di imparzialità. Fonti della stessa Corte Costituzionale stimano che questo rapporto sarà approvato, almeno con i voti dei sei componenti del settore progressista dell’organismo di garanzia, anche se non è escluso che uno dei quattro componenti del gruppo conservatore aderisca .
L’accoglimento del ricorso presentato contro Macías significherà che il tribunale che si pronuncerà sulla costituzionalità della legge di amnistia sarà finalmente composto da sei giudici, di cui sei progressisti e quattro conservatori. All’assenza di Macías si aggiungerebbe così quella dell’ex ministro della Giustizia Juan Carlos Campo, il quale ha annunciato che si asterrà dal prendere parte alle deliberazioni su detta norma, a causa della sua precedente posizione, dalla quale ha partecipato alle relazioni e gestione dei decreti di indulto per i leader indipendentisti.
Macías, invece, ritiene che non ci siano ragioni per la sua astensione, nonostante le sue chiare precedenti dichiarazioni contro la costituzionalità della legge di amnistia. Di fronte alla contestazione della Procura – condivisa dall’Avvocatura dello Stato -, il suddetto magistrato sostiene che i membri del tribunale non dovrebbero essere rimossi dal loro incarico per le opinioni da loro espresse rispetto ai testi delle leggi a volte precedenti alla loro nomina. Nel settore conservatore, infatti, si è sempre sostenuto che la giudice Concepción Espejel non riuscì a far accettare la sua astensione quando si dibatté sulla legge sull’aborto, nonostante si fosse espressa chiaramente contro tale norma.
La proposta di risoluzione della vicepresidente della Corte Costituzionale, Inmaculada Montalbán, stima però che ci siano ragioni molto fondate perché Macías non partecipi al dibattito e alle sentenze emesse sulla Legge di Amnistia. Si argomenta al riguardo che detto magistrato ha firmato due rapporti del Consiglio generale della magistratura (CGPJ) categoricamente contrari alla norma che prevede l’indulto per i vertici della magistratura. processo.
Il rapporto della CGPJ sull’amnistia firmato da Macías lo scorso marzo, sei mesi prima di essere nominato Magistrato Costituzionale, sosteneva che la legge sull’indulto penale per gli accusati di processo Non si intendeva raggiungere la normalizzazione politica in Catalogna, ma si trattava piuttosto di un patto politico per soddisfare gli “interessi di parte” e sbloccare l’insediamento di Pedro Sánchez come presidente del governo. L’amnistia, sottolinea il documento, ha così violato il diritto all’uguaglianza e il principio di certezza del diritto sancito dalla Costituzione.
Le tesi di Macías, presentate alla legge di amnistia già approvata dal Parlamento, sono servite da base per le decisioni del Senato, dove il PP ha la maggioranza assoluta, contro la norma sopra citata, con passi che includevano la modifica delle norme di alla Camera Alta al fine di ritardare l’elaborazione del testo, impedendo così una maggiore celerità nella sua approvazione al Congresso.
Una volta risolta la contestazione di Macías, la Corte Costituzionale potrà effettivamente iniziare la sua deliberazione nel merito delle questioni sollevate nei ricorsi contro la legge sull’amnistia perché la mancata astensione del suddetto magistrato aveva impedito l’inizio della riflessione. Ora, però, l’accoglimento del ricorso contro Macías lo separa in primo luogo dalla risoluzione relativa alla questione di incostituzionalità che la Corte Suprema ha presentato contro detta norma. Ma Macías aveva avuto il compito di fungere da relatore nel caso del ricorso del PP. Se non si astiene in questo secondo caso, il tribunale dovrà decidere nuovamente su questa contestazione. Tutto ciò potrà comportare ancora una volta nuove procedure e forse ritardi, ma in ogni caso la Corte Costituzionale potrà entrare pienamente nello studio della sfida della Corte Suprema.