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Damares chiede la sospensione della decisione che autorizzava le norme sull’aborto infantile


La senatrice Damares Alves (Republicanos-DF) ha chiesto, questo mercoledì (8), l’annullamento della decisione del Tribunale Regionale Federale della I Regione (TRF-1) che autorizzava la pubblicazione delle norme sull’aborto infantile e adolescenziale.

Le linee guida fanno parte di una risoluzione del Consiglio nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Conanda) e sono state pubblicate mercoledì dal Ministero dei diritti umani e della cittadinanza. Secondo il ministero, la pubblicazione è avvenuta “nel rispetto delle norme di Conanda e della determinazione della Corte”.

A dicembre, il Tribunale Federale del Distretto Federale ha addirittura sospeso la risoluzione di Conanda sull’aborto, su richiesta di Damares.

Tuttavia, il giudice Ney Bello ha risposto a una richiesta dell’Ufficio di consulenza legale per le organizzazioni popolari (Gajop) – un’organizzazione della società civile –, ha sospeso la decisione e ha autorizzato la pubblicazione delle regole.

Ora, nella richiesta inviata alla TRF-1, Damares sostiene che la decisione contraddice i principi costituzionali e compromette la tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Inoltre, il senatore ha sostenuto che Gajop “non ha nemmeno portato agli atti gli studi che affermano e sottolineano la necessità di attuare le politiche pubbliche discusse in quella risoluzione”.

Risoluzione

La delibera è stata approvata da Conanda il 23 dicembre. Lo standard stabilisce linee guida per guidare le autorità pubbliche nei casi di ragazze vittime di violenza sessuale che cercano l’aborto legale. Non cambia la legge sull’aborto in Brasile.

Tra le linee guida, ad esempio, c’è la priorità dei desideri del bambino o dell’adolescente in caso di disaccordo con i suoi tutori legali, con il sostegno del Difensore pubblico o della Procura della Repubblica.

L’approvazione del documento generò ripercussioni negative e dissensi anche all’interno di Conanda. Il Consiglio è collegato al Ministero dei Diritti Umani ed è composto da rappresentanti del governo e della società civile.

La risoluzione è stata approvata con 15 voti favorevoli e 13 contrari, tutti provenienti da rappresentanti del governo. All’epoca, il ministero aveva diffuso una nota in cui affermava di “mettere in discussione con insistenza” i termini della risoluzione e di avanzare una richiesta di revisione, cosa che sospendeva la discussione per alcuni giorni.

I rappresentanti della società civile che fanno parte del Consiglio hanno risposto accusando il ministero di utilizzare “strategie di ritardo” nella stesura della risoluzione.



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Luca

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